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Omicidio Pierpaolo Panzieri, i soldi chiesti alla nonna prima di uccidere l’amico: “Farò il necroforo”

Emergono nuovi elementi nell’omicidio Panzieri: prima del delitto Michael Alessandrini avrebbe chiesto dei soldi alla nonna per andare a Milano e iniziare il nuovo lavoro da necroforo.
A cura di Chiara Ammendola
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Pierpaolo Panzieri e Michael Alessandrini
Pierpaolo Panzieri e Michael Alessandrini
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È slittata a data da destinarsi l'autopsia sul corpo di Pierpaolo Panzieri, 27 anni, prevista per oggi. L'esito sarà fondamentale per chiarire le cause del delitto e capire come il giovane imprenditore sia stato colpito dall'amico di infanzia Michael Alessandrini la sera di lunedì 20 febbraio in una casa del centro di Pesaro. L'uomo, 30 anni, è stato arrestato due giorni dopo la sua fuga, il 22 febbraio, in Romania, nella città di Basov. Addosso la polizia gli ha trovato il cellulare della vittima. Non ha opposto resistenza e ha confessato quasi subito l'omicidio.

Non ha fornito però elementi utili a chiarire il movente di un assassinio compiuto durante quella che avrebbe dovuto essere una normale cena tra amici. Secondo l'avvocato Salvatore Asole, che assiste la famiglia di Michael Alessandrini, nei giorni precedenti all'omicidio, il 30enne avrebbe chiesto dei soldi alla nonna, circa 500 euro, alla quale è molto legato. Aveva programmato un viaggio a Milano, un breve soggiorno nel capoluogo lombardo per gettare le basi del suo nuovo lavoro, il necroforo.

La mattina del 20 febbraio sarebbe andato a casa della nonna, poi accompagnata in giro per alcune commissioni, per prendere la cifra pattuita, poi avrebbe discusso con la ragazza che stava frequentando, per motivi non ben precisati, e poi si sarebbe diretto verso l'abitazione di Panzieri. A casa però non avrebbe trovato nessuno, cosa che ha scatenato l'ira del 30enne. Alessandrini sarebbe così tornato nell'hotel di famiglia, al San Marco, dove sarebbe stato visto dai genitori molto alterato. Avvisato del rientro a casa dall'amico, il 30enne si sarebbe recato a casa sua dove si è poi consumato l'omicidio.

Alessandrini, stando a quanto ricostruito finora dalle forze dell'ordine, viveva a Pesaro, non aveva un lavoro ma sembra fosse affetto da una grave ludopatia. Dopo aver commesso il delitto il 30enne avrebbe preso i 500 euro chiesti in prestito alla nonna per poi mettersi al volante della Renault Clio del padre e dirigersi verso la Romania dove è stato poi arrestato.

Sul fronte della famiglia della vittima, l’avvocato Paolo Biancofiore, che assiste i Panzieri, chiede che vengano forniti documenti clinici sui disturbi mentali di Alessandrini: “Ho visto in questi giorni, in tv, criminologi fare diagnosi di infermità mentale dopo aver visionato per soli 7 secondi un filmato – le sue parole – io per ora mi limito a dire che il vizio totale di mente è un qualcosa che va dimostrato con elementi oggettivi, non con enunciazioni che provengono da una delle parti di un processo”.

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