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L'omicidio di Niccolò Ciatti in Spagna

Omicidio Niccolò Ciatti, il ceceno torna in Spagna. Rischia l’ergastolo ma “vuole evitare processo”

Rassoul Bissoultanov: “Non sono un assassino. Non fuggo dalla giustizia ma non mi fido di quella italiana”. Ma per i legali del giovano ucciso nel 2017 in un discoteca di Llorent del Mar il ceceno “punta all’immunità”.
A cura di Biagio Chiariello
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Rassoul Bissoultanov, il ceceno accusato dalla giustizia italiana dell'omicidio di Niccolò Ciatti ha deciso di costituirsi a Girona: "Non sono un assassino. Io non fuggo dalla giustizia, però voglio essere giudicato qui in Spagna, perché non mi fido della giustizia italiana. In Italia mi hanno trattato male e mi hanno fatto firmare documenti senza un avvocato o un interprete" ha detto ancora l'uomo. Con questa mossa, Bissoultanov ha rimesso in moto il procedimento spagnolo, che era stato sospeso: alla fine di maggio, riparte così il processo, in parallelo a quello italiano.

Il caso di Niccolò Ciatti

Niccolò Ciatti, 22enne di Scandicci (Firenze), era stato pestato a morte l'11 agosto del 2017 mentre si trovava con gli amici sulla pista da ballo di una discoteca di Lloret de Mar in Spagna. Bissoultanov ha chiesto alle autorità iberiche, che lo avevano rinviato a giudizio nel corso di un'indagine parallela a quella italiana, di essere processato in Spagna. La sua richiesta, scrive il quotidiano La Nazione, è stata accolta e la prima udienza è fissata per il 30 maggio 2022 davanti al tribunale di Girona.

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In base a quanto pubblicato sempre dalla stampa spagnola, il legale spagnolo dell'imputato, l'avvocato Carles Monguilod, ha dichiarato: "In Italia per una legge di Mussolini ancora vigente è possibile arrivare a condannare una persona all'ergastolo senza che sia presente al processo". "In Italia – ha aggiunto – Bissoultanov non avrebbe garanzia di difesa". Ma la legale della famiglia Ciatti ha prontamente replicato: "Bissoultanov ha avuto tutte le garanzie di legge, è stato lui a scegliere di non essere presente all’udienza, non ci sono leggi fasciste che glielo hanno impedito. Non è lui la vittima, la vittima è chi ha perso un figlio a calci in faccia" dice Agnese Usai.

Bissoultanov rischia l'ergastolo ma "vuole evitare processo"

Bissoultanov rischia l'ergastolo per omicidio e per questo motivo, dice la legale, l'obiettivo del presunto assassino di Niccolò è quello di cancellare il processo italiano e proseguire solo in Spagna dove, in assenza dell'imputato, non è previsto un giudizio. Il 17 marzo arriverà la decisione della corte di assise di Roma sull'eccezione di competenza territoriale presentata dai difensori dell'uomo, che vorrebbero appunto che il processo si tenga in Spagna. Nel caso in cui i giudici italiani riconoscessero la giurisdizione spagnola, il processo in Italia si bloccherà. Ma a quel punto, ipotizza l'avvocato Usai, Bissoultanov potrebbe scegliere anche di sottrarsi al processo in Spagna, "dove non si processa chi non è presente". "La sua è sicuramente una strategia dettata dalla difesa – ribadisce Usai -, e in tutto questo le vere vittime sono i genitori di Niccolò che hanno perso un figlio in quel modo".

La delusione del padre di Niccolò

"Sono deluso e amareggiato. E a questo punto sono anche perplesso sul senso della giustizia, lui ha strappato la vita a mio figlio e ora dice che è stato un
incidente. Mi auguro che che si arrivi comunque a una sentenza, e che venga inflitta la pena massima possibile". Queste le parole di Luigi Ciatti, padre di Niccolò.  "Sappiamo che in Spagna il processo si può fare solo se l'imputato è presente – afferma ancora Luigi Ciatti -, per cui basta che Bissoultanov non si presenti e sarà tutto bloccato". "Se per caso la corte di assise di Roma decide che l'Italia non ha giurisdizione – continua Luigi Ciatti -, allora questo ceceno se la caverà e resterà libero e tranquillo, la colpa sarà di Niccolò che quella sera è andato a ballare in discoteca ed è stato ucciso con un calcio alla
tempia".

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