Omicidio Maricica: Cassazione conferma 8 anni per Burtone

La Corte di Cassazione ha convalidato la condanna a otto anni di reclusione nei confronti di Alessio Burtone, il giovane che nel 2010 uccise l'infermiera romena Maricica Hahaianu colpendola con un pugno al volto nella stazione metro Anagnina. Era l'8 ottobre del 2010, la donna morì dopo qualche giorno di agonia al Policlinico Casilino della Capitale. La Quinta sezione penale della Cassazione ha dunque confermato la pena (che il 4 dicembre del 2012 era stata già ridotta di un anno in secondo grado) e ha respinto il ricorso della difesa di Burtone contro la sentenza della Corte d'assise d'appello di Roma. Nel marzo del 2012, al termine del processo in primo grado, Alessio Burtone era stato invece condannato a nove anni di carcere per omicidio preterintenzionale. Burtone nel febbraio 2013, dunque a tre anni dall’omicidio di Maricica Hahaianu, era uscito dal carcere perché i giudici, su istanza del difensore, gli avevano concesso gli arresti domiciliari. Una decisione che aveva sorpreso i legali dei familiari della vittima.
L’omicidio di Maricica nella metropolitana di Roma
L’episodio che vede come protagonista Alessio Burtone risale all’8 ottobre 2010 quando il giovane romano, in seguito a una lite scoppiata in una tabaccheria, colpì violentemente con un pugno Maricica Hahaianu, infermiera di origine romena. Maricica dopo il pugno cadde a terra urtando la testa: morì dopo una settimana trascorsa in coma in ospedale. Secondo quanto affermò l'avvocato di Burtone, il suo assistito non sarebbe stato responsabile del gesto: Maricica avrebbe portato il giovane a compiere il gesto violento. Nelle motivazioni della sentenza di primo grado i giudici avevano descritto Alessio Burtone come un soggetto “non violento” ma sostanzialmente “immaturo” il cui comportamento era condizionato dal contesto sociale e familiare in cui si trovava a vivere.