video suggerito
video suggerito

Omicidio Marco Mameli, il grido di una madre distrutta: “Aiutatemi a trovare la verità”

Marco Mameli, 22 anni, è stato ucciso con tre coltellate la sera del 1° marzo a Bari Sardo. A tre mesi dall’omicidio nessuno parla. La madre, Simona Campus, lancia un appello straziante alle madri dei testimoni: “Aiutatemi a scoprire la verità”.
A cura di Biagio Chiariello
0 CONDIVISIONI
Simona Campus e il figlio Marco Mameli
Simona Campus e il figlio Marco Mameli

Era la sera del 1° marzo. Nelle strade di Bari Sardo, in provincia di Nuoro, si celebrava il Carnevale, ma per Marco Mameli, 22 anni, la festa si è trasformata in un incubo irreversibile. Il giovane operaio di Ilbono è stato accoltellato in via Santa Cecilia: tre fendenti micidiali lo hanno colpito al cuore, al fegato e al costato. Un’aggressione fulminea, brutale, consumata in pochi istanti. Da allora, il tempo si è fermato per la sua famiglia. A quasi tre mesi da quella notte di sangue, nessuno ha ancora parlato. Nessuno ha avuto il coraggio di rompere il muro di silenzio.

A farlo, ancora una volta, è la madre di Marco, Simona Campus. E lo fa con parole che non lasciano scampo all’indifferenza. Il suo non è solo un appello, è un grido che lacera, che chiama in causa tutte le coscienze, soprattutto quelle delle madri dei giovani presenti quella notte.

"Oggi non vi chiedo pietà, vi chiedo verità", scrive. “Provate a immedesimarvi, anche solo per un attimo, nel dolore che prova una madre che ha perso un figlio in quel modo. Quel dolore non si attenua, ti abita dentro ogni giorno, ogni notte, ti toglie il respiro. Mio figlio è stato accoltellato al cuore. Perché? Chi? Nessuno ci ha mai risposto”.

La voce di Simona è carica di dolore, ma anche di dignità. Non cerca vendetta, ma giustizia. Rivolge il suo appello alle madri dei ragazzi che erano lì, che hanno visto, che sanno, ma tacciono. “I vostri figli sono vivi, mangiano, dormono. Il mio no. Io aspetto ogni sera di sentire i suoi passi, il suo fischiettare. Ma non tornerà più. E voi fate finta di niente? Basta che i vostri figli stiano bene?”

Quella notte, Marco è stato lasciato solo, in un angolo buio, morente. La scena del suo corpo straziato è rimasta impressa nella mente di chi lo ha amato e nella carne di una madre che ora chiede solo di sapere la verità.

Abbiate il coraggio di guardare negli occhi i vostri figli e chiedere: cosa hai visto? Perché non parli? Non voltatevi dall’altra parte per mantenere la tranquillità nelle vostre case. La mia è stata rasa al suolo da una violenza cieca e vile”.

Il dolore di Simona è quello di una madre che ha perso tutto, ma che trova la forza di chiedere giustizia non solo per sé, ma per un’intera comunità, perché non diventi complice del silenzio. “Se Marco fosse stato uno dei vostri figli, non chiedereste anche voi risposte al mondo intero? Non fingete di non capire. Non restate complici. Chiedete ai vostri figli di parlare. Marco l’avrebbe fatto. Potete dirlo anche dei vostri?”

Il suo messaggio si chiude con una domanda che è un pugno nello stomaco: “Voi che potete ancora abbracciare i vostri figli, riuscite davvero a guardarvi allo specchio sapendo che non state facendo nulla per aiutare una madre distrutta a trovare la verità? La violenza non deve essere la normalità. Aiutatemi. Non per me. Per Marco. Per tutti noi.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views