Omicidio di Agata Scuto, dopo 13 anni confermato l’ergastolo in Appello per l’ex patrigno Rosario Palermo

Rosario Palermo è stato condannato all'ergastolo anche in secondo grado dalla Corte d’Assise d’Appello di Catania per l’omicidio e la soppressione del cadavere di Agata Scuto, ovvero una ragazza con disabilità cognitive e fisiche scomparsa improvvisamente all'età di 22 anni il 4 giugno del 2012 da Acireale.
Il caso era stato riaperto dopo che – come riportava il programma Chi l'ha visto? – arrivò una segnalazione anonima che disse di cercare il cadavere della ventenne disabile nello scantinato di casa della madre. Qui gli investigatori non trovarono nessun corpo ma fu l'occasione per ritornare a cercare Agata Scuto.

A questo punto venne sentito Rosario Palermo, allora compagno della madre della vittima, che cercò di costruirsi un alibi: disse che il giorno della scomparsa di Agata lui si trovava in campagna e non era quindi ad Arcireale. A incastrare l'uomo sarebbe stato un suo monologo fatto in auto quando i carabinieri avevano già posizionato le cimici per intercettarlo: "Abbiamo trovato la ragazza, morta… il corpo l’abbiamo trovato in un casolare nelle campagne di Pachino.. l’abbiamo trovata strangolata. È morta strangolata e bruciata. E ora ci facciamo l’autopsia", diceva a voce alta Palermo mentre era a bordo della sua automobile. In questo modo aveva mostrato il suo timore che venisse trovato il cadavere nel casolare.
Perché quindi Palermo avrebbe ucciso Agata? L'accusa ha sempre sostenuto che l'intenzione dell'uomo era quella di nascondere una gravidanza non gradita. Mentre la difesa aveva chiesto una perizia sull'imputato per accertare la sua impotenza e quindi l'impossibilità che sia lui il padre di questo presunto bambino. Una certezza che però non arrivò dai consulenti. Poi la condanna in primo grado e ora anche in Appello.