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Peter Neumair e Laura Perselli uccisi a Bolzano

Omicidio Bolzano, Benno Neumair pentito: “Crollato dopo il ritrovamento della madre”

La confessione del 30enne Benno Neumair sarebbe arrivata dopo il ritrovamento del corpo della madre Laura Perselli secondo quanto dichiarano i due legali. “Benno è molto pentito, mostra tratti della personalità che inducono a dubitare della capacità di intendere e di volere – spiegano -. Chiederemo degli accertamenti”
A cura di Gabriella Mazzeo
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La notizia della sua confessione è arrivata nella giornata di ieri 8 marzo: Benno Neumair è crollato e ha ammesso di aver ucciso i genitori Laura Perselli e Peter Neumair lo stesso giorno della loro scomparsa. Entrambi sono morti in casa: Peter dopo un breve litigio e Laura dopo un agguato tesole in casa dall'assassino. Il 30enne ha deciso di confessare spontaneamente secondo la difesa, scosso dal ritrovamento del corpo della madre. A quel punto non sarebbe più riuscito a portare avanti la rimozione dei fatti e le versioni alternative della cosa.

I due decessi sono avvenuti, secondo quanto raccontato da Benno, nella casa di Via Castel Roncolo. I corpi sono stati poi gettati nell'Adige e successivamente il 30enne ha cercato di costruirsi un alibi. Alibi che però non gli è riuscito e che lo ha portato a mesi di negazioni e bugie fino a quando il corpo di Laura non è emerso dal fiume il 6 febbraio. "Dopo la confessione – spiegano i due avvocati del giovane Neumair, Moccia e Polo – d'intesa con la Procura della Repubblica e nel rispetto della segretezza, abbiamo approfondito i fatti nei dettagli e con riscontri obiettivi.In questo frangente è emersa anche la complessità di una personalità in apparenza incapace di compiere azioni per il proprio bene, coinvolgendo spesso nei suoi errori anche gli altri. Alcuni tratti della sua personalità sono antagonisti con ciò che viene accettato dalla società".

Peter Neumair e Laura Perselli
Peter Neumair e Laura Perselli

Una personalità problematica quella di Benno: lo avevano detto tutti, dalla madre che se ne lamentava con le amiche fino a pochi giorni prima di morire alla sorella, che temeva la sua scarcerazione per la propria sicurezza. Chi è stato più indulgente, ha definito i suoi tratti problematici "quelli di un qualunque ragazzo". E le incoerenze della sua linea di pensiero hanno portato le autorità a decidere di accertare la capacità di intendere e di volere del giovane al momento del fatto. Una strada lunga che passa anche per l'osservazione dello stato psicologico dell'assassino: se nei primi quattro giorni dopo il delitto sembrava essere assolutamente normale, con tanto di visita all'estetista, adesso sarebbe "amaramente pentito" secondo i suoi legali. "Si aggrappa a un sentimento di pentimento disperato che non chiede o ha aspettative di pietà da parte delle vittime che non sono neppure i genitori: si tratta degli altri affetti, quelli più intimi e più cari, ce da mesi ormai fanno i conti con l'assenza di Laura e Peter".

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