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Peter Neumair e Laura Perselli uccisi a Bolzano

I giudici su Benno Neumair: “Era lucido quando uccise i genitori, il padre visto come un ostacolo”

Secondo i giudici della Corte d’Appello di Bolzano, non vi sarebbe alcuna infermità mentale, neppure temporanea, per Benno Neumair, il 30enne che uccise i genitori Laura Perselli e Peter Neumair. Secondo i giudici, l’uomo vedeva il padre come “un ostacolo” per una vita migliore.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Benno Neumair col padre Peter
Benno Neumair col padre Peter
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Nessuna infermità mentale per Benno Neumair, neppure temporanea. Secondo la Corte d'Assise di Appello di Bolzano, il 30enne era lucido quando ha ucciso la madre Laura Perselli e il padre Peter Neumair. Per i giudici, Benno sapeva esattamente cosa stava facendo quando ha ucciso il padre e poi, dopo circa 40 minuti, la madre . Secondo la Corte, i disturbi di personalità di Benno non erano così gravi da giustificare l'incapacità di intendere e di volere.

Queste le motivazioni dei giudici che lo scorso 30 ottobre hanno confermato la condanna all'ergastolo inflitta in primo grado al 30enne. Neumair è detenuto nel carcere di Montorio per l'omicidio volontario aggravato dei genitori e l'occultamento dei cadaveri, avvenuto il 4 gennaio 2021. Per la Corte, stando a quanto riporta Repubblica, non sussistono elementi idonei per affermare che il figlio di Peter e Laura Neumair fosse incapace di intendere e di volere.

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Secondo il difensore, invece, il 30enne sarebbe scattato perché sarebbe stato svegliato all'improvviso dal padre che era entrato in camera mentre dormiva per sgridarlo. Il 30enne aveva affermato di aver preso il cordino da arrampicata e di averlo stresso al collo del genitore per farlo tacere. "Volevo il silenzio – aveva dichiarato -. Volevo che stesse zitto perché stavo male dentro". Per i giudici invece, la motivazione del delitto è legata all'alta conflittualità con i genitori e a un sentimento di insofferenza verso il padre. "L'aspirazione era quella di una condizione di vita migliore – scrivono i magistrati – con l'eliminazione di ciò che la figura paterna rappresentava".

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Escluso per la Corte d'Appello anche lo stato "simil onirico" nel quale si sarebbe trovato il 30enne secondo la difesa al momento dell'omicidio della madre Laura Perselli, vittima, secondo l'accusa, di un agguato. Il tutto per una serie di “incontestabili elementi oggettivi”: dalla telefonata tra lei e il figlio agli atti di depistaggio delle indagini dopo aver scaricato i corpi del fiume.

La Corte ha rigettato la richiesta di un percorso di giustizia riparativa presentata dai legali di Benno l'11 settembre 2023. Il 30enne, secondo i magistrati, non ha "mai mostrato pentimento", assumendo una condotta "sprezzante e provocatoria" nel processo di primo grado. Benno non avrebbe neppure mai contattato la sorella Madé. Dallo psicologo del carcere, inoltre, non vi sarebbe stato alcun report che avvalorasse l'inizio di un percorso di presa di coscienza da parte del 30enne.

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