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Oltre 90 persone sono morte in un naufragio nel Mediterraneo a largo della Libia

Nuovo naufragio nel Mediterraneo: questa volta avrebbero perso la vita 90 persone e le quattro sopravvissute stanno per essere riportate nei centri di detenzione libici.
A cura di Giacomo Andreoli
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Ancora morti tra i migranti che provano ad attraversare il Mediterraneo. Sarebbero 90 le persone che hanno perso la vita in un naufragio a largo delle coste libiche. I migranti si trovavano su un barcone sovraffollato partito quattro giorni fa e tra di loro solo in quattro sono sopravvissuti. Una nuova strage nel Mediterraneo, quindi, a poche settimane dagli ultimi naufragi registrati. A salvare i quattro è stata la petroliera Alegria 1, al cui equipaggio hanno raccontato la traversata dalla Libia.

Sarebbero stati loro a riferire che sul gommone erano presenti un centinaio di persone. Prima del naufragio, in effetti, Alarm Phone aveva lanciato un Sos per un'imbarcazione alla deriva con circa novanta persone a bordo. Le ricerche, però, non avevano portato a nessun risultato concreto. La petroliera, dopo il recupero, si è diretta verso la Libia. Su tutte le furie Medici senza frontiere, che ha denunciato come l'equipaggio abbia ignorato le loro offerte di assistenza medica e la loro richiesta di non riportare le persone a Tripoli e dintorni, dove "quasi certamente dovranno affrontare detenzioni, abusi e maltrattamenti". Insomma, stanno per tornare in quei centri di detenzione che il Papa ha definito "lager".

L'ong ha quindi chiesto l'intervento diretto delle autorità italiane e maltesi, per assumere il coordinamento dell'operazione ed assegnare ai quattro superstiti del naufragio un porto sicuro in territorio europeo, "prima che sia troppo tardi". L'organizzazione ha anche interpellato Frontex e le altre agenzie dell'Ue presenti nel Mediterraneo affinché indaghino sul naufragio e ne rivelino i dettagli. Gli ha fatto Sea Watch, secondo cui l'evento è ancora una volta "di dimensioni catastrofiche".

A chiedere un cambio di rotta è anche Mediterranea. L'ong ha scritto su Twitter: "Ora i quattro rischiano di essere respinti illegalmente in Libia. Alegria1 deve condurli al porto sicuro più vicino e al più presto!".

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