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Oltre 230 milioni di donne e bambine hanno subito mutilazioni genitali. Il nuovo rapporto Unicef

I dati più elevati si registrano nei Paesi africani, con 144 milioni di casi, seguiti da 80 milioni in Asia e 6 milioni in Medio Oriente, con un numero maggiore di mutilazioni eseguite nelle piccole comunità praticanti e nei Paesi di migrazione.
A cura di Davide Falcioni
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Più di 230 milioni di donne e bambine hanno subito mutilazioni genitali femminili (Mgf), con un incremento del 15% rispetto ad otto anni fa. I dati più elevati si registrano nei Paesi africani, con 144 milioni di casi, seguiti da 80 milioni in Asia e 6 milioni in Medio Oriente, con un numero maggiore di mutilazioni eseguite nelle piccole comunità praticanti e nei Paesi di migrazione in altre parti del mondo.

È quanto emerge da un nuovo rapporto lanciato oggi dall’Unicef e intitolato Female Genital Mutilation: A Global Concern. Si tratta della più aggiornata raccolta di statistiche sulle mutilazioni genitali femminili, una pratica che viola i diritti umani di ragazze e donne e può lasciare conseguenze fisiche, psicologiche e sociali.

Pubblicati in occasione della Giornata Internazionale della Donna, i dati mostrano che il ritmo dei progressi per porre fine alle Mgf rimane lento, in ritardo rispetto alla crescita della popolazione, soprattutto nei luoghi in cui le mutilazioni genitali sono più diffuse, e molto lontano dal raggiungere l'Obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite di eliminazione di questa pratica. Il ritmo globale di diminuzione dovrebbe essere 27 volte più veloce per porre fine alla pratica entro il 2030.

"Le mutilazioni genitali femminili danneggiano il corpo delle bambine, offuscano il loro futuro e mettono in pericolo la loro vita – ha dichiarato la Direttrice generale dell'Unicef Catherine Russell – stiamo anche assistendo a una tendenza preoccupante: sempre più bambine vengono sottoposte a questa pratica quando sono molto piccole, spesso prima del loro quinto compleanno. Questo riduce ulteriormente il margine di intervento. Dobbiamo rafforzare le azioni per porre fine a questa pratica dannosa”.

L’analisi mostra anche che 4 sopravvissute su 10 alle Mgf vivono in contesti fragili e colpiti da conflitti, dove la crescita demografica è molto rapida. Questa combinazione può mettere a dura prova i servizi scolastici e sanitari, dirottare le risorse verso le crisi e interrompere i programmi che affrontano la disuguaglianza di genere, rendendo più difficile contrastare le Mgf.

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