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Nuove testimonianze sulle molestie telefoniche del finto ginecologo: spunta un audio con la sua voce

Una ragazza salentina lancia un appello sui social dopo aver subito molestie da parte di un presunto ginecologo, dando il via ad una catena di altri segnalazioni analoghe. La procura di Lecce apre un fascicolo d’inchiesta per fare luce sull’identità dell’uomo. Dalle testimonianze emerge una registrazione che riporta la voce del finto medico.
A cura di Daniele Balestreri
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Il primo appello è stato lanciato il primo novembre scorso da Noemi, studentessa salentina di 24 anni, che ha raccontato di esser stata contattata telefonicamente da un sedicente ginecologo che, dimostrando di avere accesso ai suoi dati sensibili, le ha posto domande sulla sua intimità spingendosi poi sino a proporre un controllo in videochiamata.

La testimonianza di Noemi sul suo profilo Facebook e Instagram ha fatto rapidamente il giro d’Italia. Sono così emerse – e continuano ad emergere – numerose altre segnalazioni di donne, alcune anche minorenni, che hanno vissuto lo stesso tipo di molestia. Trattandosi a tutti gli effetti di un caso di portata nazionale, la procura di Lecce, ha deciso di aprire un fascicolo d’inchiesta sulla vicenda.

L’approccio del finto medico

L’approccio è lo stesso per tutti i casi emersi sino ad ora: il finto professionista contatta tramite numero privato i cellulari delle ragazze utilizzando nomi che si sono rivelati fittizi, dichiara di essere un medico associato agli ospedali delle città di residenza delle ragazze (è da precisare che le strutture ospedaliere non sono in alcun modo coinvolte nella vicenda) e dimostra di essere in possesso dei dati sensibili e di informazioni sanitarie personali delle “pazienti”.

Facendo leva su false notizie sullo loro stato di salute, attira l’attenzione delle ragazze per poi porre loro domande molto intime. Infine, prova a convincerle a fare una videochiamata per effettuare un controllo 0 a fissare un appuntamento di persona per effettuare esami più specifici.

Le testimonianze

Abbiamo ascoltato Chiara, siciliana, Maria, campana, Daniela, pugliese, Giulia, laziale e una ragazza lombarda. Sono altre 5 voci, provenienti da varie parti d’Italia che, assieme a quella di Noemi, provano a mettere sotto ai riflettori questa assurda storia, perché funga da monito a chi ascolta e legge e per far sì che altre donne abbiano il coraggio di testimoniare e denunciare.

Cinque racconti con molte cose in comune. Il nome del fittizio medico cambia ogni volta, ma gli approcci e le modalità restano le stesse. Tutte confermano di non aver capito subito il reale intento del presunto medico poiché i toni, i modi e gli atteggiamenti di quest’uomo sono molto impostati, studiati, credibili.

Il finto medico conosce i dati delle vittime

In tutti i casi la persona in questione era in possesso di dati e informazioni personali, anche su precedenti controlli o esami medici che avevano svolto. Questo ha portato a pensare che possa aver hackerato i database di ospedali e laboratori di analisi.

Con il pretesto di comunicare false informazioni sul loro stato di salute, l’uomo ha posto loro numerose domande intime e personali; ha detto loro di avere infezioni o altre patologie che richiedevano un controllo tramite videochiamate in cui sostanza le ragazze si sarebbero dovute mostrare nude.  A quel punto le stranezze sono apparse troppe e le ragazze si sono rese conto dell’inganno. “Gioca sulle paure delle donne” – afferma Daniela – perché punta sui timori che si possano avere circa il proprio stato di salute, centrando i punti deboli di ragazze che in passato hanno effettivamente combattuto con problematiche reali.

"Non sei sola"

Sui social un motto legato a questa vicenda sta diventando virale: “Non sei sola”. È per questo che le ragazze intervistate hanno testimoniato. Sperano di dar coraggio ad altre donne perché, tutte assieme, possano denunciare l’accaduto e tentare di smascherare quest’uomo. Un piccolo passo avanti in questa direzione potrebbe essere la registrazione della voce dell'uomo che una delle intervistate ha messo a disposizione.

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