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Covid 19

No vax sospeso dalla Rsa, il giudice rigetta il ricorso: “Prevale diritto alla salute dei fragili”

Sospeso e allontanato senza stipendio dalla struttura l’uomo si è rivolto al Tribunale di Verona facendo riferimento al diritto alla libertà di scelta. Respingendo il ricorso. il giudice ha ricordato che è “prevalente il diritto alla salute dei soggetti fragili che entrano in contatto con gli esercenti le professioni sanitarie” rispetto “alla libertà di chi non intenda vaccinarsi”.
A cura di Antonio Palma
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Rifiutare il vaccino covid è un diritto ma non se si lavora in una struttura per anziani, una delle categorie più fragili e quindi a rischio contagio e decesso per covid-19. È questa in conclusione la sentenza emessa dalla sezione lavoro del Tribunale di Verona nei confronti di un dipendete no vax di una Rsa veneta che aveva chiesto il reintegro al lavoro dopo essere stato sospeso e allontanato senza stipendio dalla struttura perché non ha voluto vaccinarsi contro il covid-19. L'uomo, un operatore socio sanitario di un centro anziani che si trova a Bussolengo, in provincia di Verona, si trova senza stipendio da circa quattro mesi e cioè dalla fine di gennaio quando, dopo diverse richieste formali e inviti a vaccinarsi come i suoi colleghi da parte della Rsa, il datore di lavoro ha preso la drastica decisione dell'allontanamento senza stipendio.

A febbraio così l'uomo si è rivolto a un avvocato opponendosi formalmente al provvedimento facendo riferimento al diritto alla libertà di scelta. Si è arrivati così in Tribunale dove però il giudice ha respinto il suo ricorso. Nella sentenza il giudice ha ricordato che è "prevalente il diritto alla salute dei soggetti fragili che entrano in contatto con gli esercenti le professioni sanitarie e, più in generale, il diritto alla salute della collettività" rispetto "alla libertà di chi non intenda vaccinarsi”. L'uomo così rimane escluso dal lavoro e senza stipendio fino a quando non si vaccinerà.

Dalla Rsa in questione, la Ipab di Bussolengo, ricordano che il medico della struttura  aveva "verificato l’assenza di motivi ostativi di tipo clinico ad effettuare il vaccino" nell'operatore socio sanitario e in altri due suoi colleghi che si rifiutavano di vaccinarsi, sottolineando che nell’autunno dello scorso anno la struttura ha visto 42 dei 70 ospiti contagiati e 34 tra professionisti e dipendenti contagiati. I due colleghi dell'uomo però alla fine hanno deciso di rinunciare  al lavoro pur di non vaccinarsi mentre lui ha chiesto il reintegro rifiutato dal giudice.

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