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“Niente Coca Cola e pantaloni per le femmine”, botte e minacce alle figlie: madre a processo a Torino

Secondo l’accusa, le due ragazze erano state affidate a una predicatrice che imponeva loro regole ferree su cibo e vestiti e a chi non ubbidiva punizioni come passare tutta la notte in piedi o richiuse fuori sul balcone in pigiama.
A cura di Antonio Palma
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Niente pantaloni per le femmine ma nemmeno Coca Cola, maionese e carne di maiale oltre a lunghi digiuni per purificarsi, e a chi non ubbidiva botte e minacce. Sono le brutali condotte contestate a una mamma torinese e adottate nei confronti delle figlie adolescenti, oggi maggiorenni, che sarebbero state vittime di continui maltrattamenti dopo essere state affidate a una predicatrice. Secondo l’accusa, la donna aveva affidato le ragazze alle cure di una sacerdotessa che imponeva loro divieti stringenti e pene corporali condivise pianamente dalla madre.

Dopo la denuncia delle due ragazze, oggi di 19 e 20 anni, era scattato l’allontanamento delle due da casa e un provvedimento di divieto di avvicinamento per la predicatrice, disposto dal gip. Le indagini per maltrattamenti in famiglia infatti avevano fatto emergere pesanti indizi a carico delle due donne con condotte ripetute nel tempo e almeno fino alla fine del 2023. Tutto sarebbe avvenuto all’interno della comunità nigeriana torinese dove la predicatrice liberiana aveva trovato molto credito e seguaci proponendo una visione intransigente della Bibbia.

Molte donne delle comunità pare che avessero iniziato ad affidare le proprie figlie alla predicatrice, finita a processo prima del decesso alcuni mesi fa che di fatto ha estinto la sua posizione. Tra le condotte, contestate ora solo alla madre delle due ragazze, pestaggi a chi trasgrediva le severe regole sul cibo e sui vestiti. “Andrete all’inferno se non mi ubbidite” era la minaccia alle ragazze ma le vittime sarebbero state picchiate con un mestolo di legno, schiaffi e morsi ma anche costrette a digiunare e a passare tutta la notte in piedi o richiuse fuori sul balcone in pigiama in inverno.

Prima del decesso la predicatrice aveva contestato ogni violenza  spiegando che il suo scopo era solo quello di aiutare le madri con l’educazione dei figli in una comunità e un ambiente difficile ed evitare così che potessero entrare in contatto con il mondo della prostituzione, dello spaccio di droga e della criminalità in genere.

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