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Niente bonus a maggio per migliaia di Co.Co.Co: “Come faremo a pagare l’affitto?”

I co.co.co. hanno meno diritti, un contratto più debole, che funziona a chiamata. Se lavori guadagni, se stai fermo no. Chi l’avrebbe detto però che a discriminarli sarebbe stato proprio il governo? Nel Decreto Rilancio infatti sono esclusi dal bonus dei 600 euro (ma anche dagli eventuali 1000) tutti coloro i quali hanno un contratto “attivo” alla data di pubblicazione del decreto, il 19 maggio, anche se sono stati costretti a casa durante il lockdown. Sono in migliaia in tutta Italia, insegnanti privati, operatori di call center, assicuratori, si sono ritrovati su Facebook e fanno appello al governo.
A cura di Gianluca Orrù
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La cosa che hanno in comune è il loro contratto, di collaborazione coordinata e continuativa, ma non potrebbero essere più diversi gli uni dagli altri. I Co.co.co. esclusi dal bonus di maggio fanno lavori diversissimi tra loro, tutti lavori che sono stati bloccati durante il lockdown, tutti lavori a chiamata che non hanno garantito neanche un euro alle loro famiglie.

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Rimangono le bollette, le spese per i figli, per mangiare, per pagare l'affitto. Unico sollievo: il bonus del governo, che anche se sono 600 euro comunque una mano la danno. Improvvisamente però anche queste vengono tolte loro. Dopo aver preso il bonus a marzo e ad aprile, i Co.co.co. con contratto attivo alla data del 19 maggio non sono più beneficiati del bonus. Non vedranno un euro a maggio, questo perchè secondo il decreto il loro lavoro dovrebbe essere ripartito, quindi niente bonus.

"E' un corto circuito legislativo – racconta Antonio – perchè neanche l'Inps sa dirci con chiarezza perché non possiamo usufruire del bonus. E' vero che il nostro contratto è attivo, ma noi non abbiamo mai lavorato in questi mesi".

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"E' ingiusto – racconta Monica – perchè l'azienda per cui lavoro non ha potuto interrompere il mio contratto, visto che il governo ha vietato i licenziamenti, e mi ritrovo senza un euro a maggio, come faccio a pagare l'affitto, le bollette?"

Sono diverse centinaia i lavoratori Co.co.co. fregati dal bonus di maggio che si sono ritrovati su Facebook per fare massa critica. Si scambiano notizie, opinioni, contattano politici e giornalisti nella speranza di fare pressione per cambiare la legge.

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"Il governo mi ha vietato di andare a lavorare – spiega Serena – e non prendo un euro di stipendio da fine febbraio. Non posso iscrivermi alle liste di disoccupazione perché tecnicamente risulto occupata, il governo ci deve aiutare"

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