Neonati rubati alla nascita e scomparsi in Calabria, l’appello di Agata: “Voglio trovare mia sorella”

Bimbi appena nati segnalati come morti alle madri in ospedale ma poi fatti sparire senza riconsegnare i corpi, col sospetto che in realtà siano stati venduti attraverso un traffico di neonati che vedeva coinvolte più persone tra la fine degli anni ‘60 e i primi anni ’70. È la terribile vicenda, ancora tutta da chiarire, su cui sta indagando la procura di Crotone e sulla quale stanno emergendo sempre più testimonianze che ruotano tutte attorno alla presunta tratta tra gli ospedali di Crotone e Catanzaro.
L'ultima testimonianza emersa è quella di Agata che non ha mai smesso di cercare la sorella gemella, nata come lei nel 1972 all'ospedale di Crotone ma poi trasferita a quello di Catanzaro senza mai più fare ritorno. A raccogliere il suo racconto e la trasmissione Storie Italiane su Rai1 che per prima aveva ha acceso i riflettori sulla vicenda raccontando la storia di due gemelli di Cutro spariti nel nulla nel 1970.
“Sono nata a Crotone e sono gemella di Maria. Ho sempre saputo che mia sorella era morta, però per me è stata sempre viva perché io la sento presente. Nel 1994 sono andata in una clinica a Crotone e come mi ha visto entrare una signora mi ha chiamato Maria, io mi sono presa paura. La signora ha detto a mia mamma che c’è vicino a casa sua una ragazza che è uguale e si chiama Maria”, ha raccontato la donna, aggiungendo: "Ho avuto sempre la paura, ora ho la voglia di trovare mia sorella, la vorrei abbracciare. Non è giusto togliere una figlia alla mamma e una sorella ai fratelli”.
“Ho partorito nel 1972 due gemelli in ospedale a Crotone, poi da lì l’hanno portati all’ospedale di Catanzaro", ha raccontato la mamma, rivelando un meccanismo simile a quello denunciato da altre famiglie calabresi. A causa della mancanza delle apparecchiature, infatti, i bimbi venivano trasferiti a Catanzaro ma a quel punto a diverse mamme sarebbe stato detto che i neonati erano morti senza però che venisse restituito alcun corpo.
Il fratello invece, ha evidenziato le informazioni contraddittorie di quei giorni: “Il dottore la sera che era di turno ha fatto le visite e dichiarato che Maria era morta e Agata stava bene. La mattina seguente, cambiato il turno dei medici, l’altro dottore sulla cartella clinica ha dichiarato che Maria e Agata stavano bene. Così sono andato dai carabinieri, ho portato le cartelle cliniche e ho fatto una denuncia contro ignoti”.