Mostro di Firenze, inammissibile la revisione della condanna di Mario Vanni. I legali: “Faremo ricorso”

È stata dichiarata inammissibile la richiesta di revisione della condanna all'ergastolo di Mario Vanni, il postino di San Casciano morto nel 2009 e ritenuto autore di quattro delitti del Mostro di Firenze, il killer che tra il 1968 e il 1985 uccise otto coppie.
Lo hanno stabilito i giudici della corte d'appello di Genova a cui gli avvocati Valter Biscotti e Antonio Mazzeo, che assistono il nipote di Mario Vanni, Paolo, avevano sottoposto la richiesta.
Questa era incentrata su una nuova consulenza di entomologia forense che anticipa di due giorni la data dell'ultimo della serie di delitti, quello degli Scopeti, avvenuto nel settembre del 1985.
Giancarlo Lotti, "compagno di merende" di Pietro Pacciani (condannato in primo grado, assolto in appello e morto alla vigilia dell'appello bis richiesto dalla Cassazione) e Vanni, riferì di averli visti attaccare la tenda canadese dove si trovavano Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili la sera dell'8 settembre, la notte prima del ritrovamento dei cadaveri.
Ma la consulenza sulle larve di lucilia (un tipo di mosca, ndr), firmata da Fabiola Giusti e Stefano Vanin, afferma che gli insetti avevano raggiunto il terzo stadio di sviluppo, circostanza che secondo il pool di esperti impone la retrodatazione della morte dei due francesi alla notte tra venerdì 6 e sabato 7 settembre.
"La battaglia processuale proseguirà, come previsto, in Cassazione. – hanno spiegato i legali – La prova scientifica di entomologia forense potrebbe essere considerata in sé prova nuova, ma la Corte in tre pagine di motivazione solo su questo punto, l'ha ritenuta in questo caso di fatto non applicabile".
"Ecco il punto sta proprio qui: la corte d'appello è entrata largamente sul merito della questione e giuridicamente e per giurisprudenza consolidata della Cassazione non lo poteva fare. Ed è un errore, questo, che in tali contesti le corti territoriali commettono spesso e la Cassazione annulla".
"Era questa – ha aggiunto ancora Biscotti – una possibilità ampiamente prevista e il ricorso per Cassazione era già in cantiere e nelle prossime ore sarà depositato".
"C'è però una sorprendente coincidenza tra la pronuncia di Genova e la contemporanea diffusione notizia della paternità di Natalino Mele (cosa nota negli ambienti di chi si occupa del caso), – conclude – quasi a distrarre l'attenzione sul ‘pericolo' dell' annullamento della sentenza dei compagni di merende ancora sotto giudizio della Cassazione".