Mose, Cacciari: “Mai chiesto favori, solo interventi per Venezia e la squadra di calcio”

"Io chiedevo, e l'ho fatto centinaia di volte, ma solo interventi utili alla città. E mi vanto di tutto ciò. Ma mai e poi mai ho chiesto favori, a nessuno". Così ha parlato l'ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari tirato in ballo nello scandalo Mose dal presidente del consorzio Venezia Nuova, Giovanni Mazzacurati, che sta collaborando con i magistrati. Durante gli interrogatori a seguito del suo arresto, Mazzacurati infatti ha rivelato numerosi retroscena del sistema politico veneziano che poi hanno portato agli arresti di numerose persone tra politici e imprenditori. Cacciari, non indagato, dal suo canto però rigetta con forza ogni addebito, assicurando: "Se mi chiamano i magistrati sono felicissimo e direi loro queste cose. Ho avuto centinai di rapporti con l'ingegner Mazzacurati, come con altre centinaia di persone. Come ho chiesto spesso al consorzio interventi, ma non favori".
Cacciari ammette di aver chiesto interventi per la squadra di calcio
"Ho chiesto interventi per imprese in difficoltà o per questioni di interesse locale, come la squadra di calcio. E questi interventi li chiedevo a chi aveva le possibilità" ha dichiarato Cacciari ad Affaritaliani.it , aggiungendo: "Ho chiesto al Consorzio, come all'Eni e alla Fincantieri e a chiunque avesse le possibilità di intervenire a favore di imprese in difficoltà o per l'interesse della città. Centinaia di migliaia di volte". "Mazzacurati è sempre stato cortesissimo con me: mi ascoltava ma non faceva assolutamente nulla perché non aveva un tornaconto" ha sottolineato l'ex primo cittadino di Venezia, aggiungendo: "Magari qualche volta avrà fatto anche qualcosina, ma pochissimo. La loro risposta è stata zero. Perché non avevano un tornaconto".
Nello scandalo Mose spuntano nuovi nomi di politici
Dopo gli arresti sembra ormai inarrestabile lo scandalo del Mose e ogni giorno spuntano nuovi nomi di politici accusati di aver ricevuto finanziamenti illeciti o di aver chiesto e ottenuto favori in cambio di appoggio al progetto di dighe mobili. Oltre a Cacciari chiamato in causa direttamente dal presidente del Consorzio del Mose, nella vicenda è stato tirato in ballo anche l'ex Premier Enrico Letta, non indagato ma accusato da Roberto Pravatà, vicedirettore generale del Consorzio Venezia Nuova. Secondo quest'ultimo Letta avrebbe intascato dal Consorzio 150mila euro come finanziamento per una campagna elettorale del 2007. L'ex Premier ovviamente rigetta ogni accusa spiegando di aver sempre regolarmente denunciato e registrato i finanziamenti ricevuti. Intanto in Parlamento è iniziato l'iter per la discussione della richiesta di arresto per un altro politico di primo livello, Giancarlo Galan , su cui pende un mandato di arresto dei pm. La Giunta per le Autorizzazioni ha iniziato ad esaminare i documenti inviati dalla procura e presto voterà per dare il suo parere sulla richiesta di arresto per l'ex governatore veneto.