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Giuseppe Pedrazzini morto in un pozzo, ultime news

Morto nel pozzo, tornano in carcere figlia e genero di Giuseppe Pedrazzini: Cassazione rigetta ricorso

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di figlia e genero di Giuseppe Pedrazzini, il 77enne trovato morto a Toano a maggio scorso: Silvia Pedrazzini e il marito Riccardo Guida andranno in carcere.
A cura di Ida Artiaco
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Verranno reclusi nel carcere di Mantova Silvia Pedrazzini e il marito Riccardo Guida coinvolti nel caso relativo alla morte di Giuseppe Pedrazzini, il 77enne di Toano, in provincia di Reggio Emilia, trovato cadavere sul fondo di un pozzo posto nel giardino di casa, profondo 8 metri e coperto da una lastra di pietra pesante 120 chili, lo scorso maggio.

È appena arrivata la decisione della Cassazione di rigettare il ricorso della coppia, che aveva presentato avverso la decisione del Tribunale della Libertà di Bologna che aveva disposto l’inasprimento della misura cautelare nei confronti dei due indagati.

La decisione arriva al culmine di una battaglia legale cominciata mesi fa. I due erano stati arrestati pochi giorni dopo il ritrovamento del cadavere del 77enne assieme a Marta Ghilardini, moglie della vittima. Tutti e tre erano stato però scarcerati dal gip Dario De Luca per l’ipotesi di sequestro di persona, disponendo l’obbligo di firma e di dimora per tutti (a Suzzara di Mantova per Silvia e Riccardo, a Toano di Reggio Emilia per la vedova) per soppressione di cadavere e truffa per l’accusa di aver continuato a intascare la pensione dell’anziano.

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La Procura aveva contestato loro anche l’omicidio, ma senza chiedere misure cautelari. Il pm Piera Cristina Giannusa aveva impugnato la decisione del gip rivolgendosi al Riesame chiedendo il carcere per tutti e tre. I giudici di Bologna avevano in larga parte accolto la sua richiesta e a luglio avevano disposto di nuovo il carcere per i coniugi per sequestro, truffa e soppressione di cadavere

L'avvocato Ernesto D'Andrea, che difende la figlia e il genero della vittima, nel suo ricorso contro l'applicazione del carcere aveva sostenuto che non si configurano né il reato di omicidio né il sequestro di persona, dal momento che le condizioni di salute dell’anziano erano molto gravi.

Si ricordi che nel fascicolo aperto dalla Procura risultano indagati tre parenti stretti: la figlia, il genero e la moglie del 77enne, Marta Ghilardini.

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