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Giuseppe Pedrazzini trovato morto in un pozzo: figlia e genero condannati a 12 anni di carcere

Sono stati condannati entrambi a 12 anni di reclusione, con rito abbreviato, Silvia Pedrazzini e Riccardo Guida, figlia e genero di Giuseppe Pedrazzini. Il corpo del 77enne era stato trovato in un pozzo l’11 maggio 2022 a Cerrè Marabino, frazione del comune di Toano, sull’Appennino Reggiano.
A cura di Eleonora Panseri
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Giuseppe Pedrazzini e il pozzo in cui è stato trovato
Giuseppe Pedrazzini e il pozzo in cui è stato trovato

Sono stati condannati entrambi a 12 anni di reclusione, con rito abbreviato, Silvia Pedrazzini e Riccardo Guida, figlia e genero di Giuseppe Pedrazzini, 77enne il cui corpo è stato ritrovato l'11 maggio 2022 a Cerrè Marabino di Toano, nell'Appennino Reggiano, in un pozzo vicino all'abitazione, chiuso con una pesante lastra di ferro. Secondo gli inquirenti, l'uomo era morto già mesi prima. I due, insieme alla moglie della vittima, erano stati arrestati poco dopo il ritrovamento.

La coppia, 38 anni lei e 43 anni lui, entrambi ai domiciliari, è finita a processocon le accuse di maltrattamenti aggravati, sequestro di persona, per aver tenuto in casa la vittima impedendogli di comunicare con parenti e amici, truffa ai danni dello Stato, per aver continuato a intascare la pensione della vittima, e soppressione di soccorso.

L'unica ipotesi contestata e caduta nella sentenza di primo grado emessa dal giudice del tribunale di Reggio Emilia, Andrea Rat, è stata quella di omissione di soccorso. La pubblico ministero Piera Cristina Giannusa per i due aveva chiesto 18 anni e due mesi. Inoltre, aveva chiesto e ottenuto dallo stesso gup anche il rinvio a giudizio di Marta Ghilardini, la vedova di Pedrazzini.

Come si legge su Il Resto del Carlino, dopo la lettura della sentenza c'è stata grande commozione tra i familiari dello scomparso presenti: Claudio Pedrazzini, fratello della vittima, insieme alle sorelle Floriana e Luciana. L'uomo si è costituito parte civile affidandosi all'avvocato Naima Marconi.

Giuseppe Pedrazzini
Giuseppe Pedrazzini

"Giustizia è stata fatta per il nostro Beppe – ha detto l'uomo -. Questa vicenda ci ha segnati molto". La sorella Luciana ha invece commentato, tra le lacrime: "Non ci credo ancora che a mio fratello sia stato fatto tutto ciò che gli è stato fatto". Floriana Pedrazzini ha rimarcato invece "la freddezza disumana di tutti e tre. Anzi: si sono presentati col sorriso, beati loro".

Secondo la donna, Ghilardini non sarebbe stata succube della coppia, ma avrebbe avuto lo stesso ruolo. L'avvocato Marconi ha commentato: "Siamo soddisfatti. Finalmente sappiamo qual è la verità, quella che emerge dalle aule del tribunale e non dai talk show. Oggi è giustamente arrivata la condanna che ci aspettavamo".

La scomparsa dell'uomo, durata alcuni mesi, aveva messo in allarme amici, vicini e parenti, abituati a vederlo in giro per il paese, tra il lavoro di contadino e i consueti appuntamenti al bar. Le tre sorelle, i nipoti e il fratello cercavano di mettersi in contatto con lui da mesi, senza successo.

Secondo quanto raccontato dai vicini di casa dell'uomo, il genero di Giuseppe Pedrazzini si arrabbiava con chiunque si avvicinasse all'abitazione in cui vivevano insieme lui, Pedrazzini, sua figlia e sua moglie, dicendo che Giuseppe stava "bene". Fino a quando gli altri parenti, molto preoccupati, non hanno chiamato i carabinieri, chiedendo di indagare.

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