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Luca Attanasio, l'ambasciatore ucciso in Congo

Morte dell’ambasciatore Luca Attanasio: nessun processo per funzionari Onu, c’è immunità diplomatica

Il gup di Roma ha stabilito che per i due indagati per omicidio colposo sussiste l’immunità funzionale per il ruolo ricoperto come dipendenti del Programma alimentare mondiale e ha decretato il “Non luogo a procedere per difetto di giurisdizione”. Delusione per i familiari di Attanasio e del carabiniere Iacovacci.
A cura di Antonio Palma
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Vittorio Iacovacci e Luca Attanasio
Vittorio Iacovacci e Luca Attanasio
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Nessun processo in Italia per la morte dell'ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere di scorta Vittorio Iacovacci e l'autista Mustapha Milambo, tutti e tre uccisi in un agguato nel nord est del Congo il 22 febbraio del 2021. Per gli unici due indagati, due funzionari Onu,  il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Roma  infatti ha rigettato la richiesta di rinvio a giudizio e disposto il "Non luogo a procedere" per immunità diplomatica.

La decisione del gup di Roma Marisa Mosetti è arrivata oggi e ha stabilito che per i due indagati, Rocco Leone e Mansour Rwagaza, sussiste l'immunità funzionale  per il ruolo ricoperto come dipendenti del Programma alimentare mondiale (Pam), agenzia dell'Onu. La Procura capitolina, che accusa i due di omicidio colposo per non aver adeguatamente garantito la sicurezza dell’ambasciatore e del suo convoglio, ha deciso però di andare avanti e ha annunciato ricorso nel tentativo di aggirare l'immunità.

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Il Gup disponendo il "Non luogo a procedere per difetto di giurisdizione", in sostanza ha accolto la tesi difensiva, basandosi però anche sul parere della Farnesina, secondo cui il diritto consuetudinario internazionale depone a favore della mancanza di responsabilità dei dipendenti Onu. Per la morte dell'ambasciatore Luca Attanasio e degli uomini della scoperta, dunque, non ci sarà nessun processo e non si potrà nemmeno entrare nel merito delle accuse.

Il ministero degli esteri infatti aveva spiegato che "nella documentazione ricevuta dall'Onu relativamente allo status dei due funzionari (…) si desume che i due imputati erano identificati, preventivamente ai fatti e nei confronti dello Stato nel cui territorio sono avvenuti i fatti stessi, come funzionari internazionali dipendenti del Pam, in quanto tali aventi titolo al trattamento previsto dalle Convenzioni internazionali". Del resto lo stesso organismo Onu aveva ribadito che un processo ai due funzionari sarebbe stato una grave violazione dei trattati sottoscritti.

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Una decisione che ha deluso i familiari di Attanasio e Iacovacci che non hanno nascosto alloro amarezza. "Secondo me è mancato coraggio. Non sono un giurista ma per i nostri legali c'erano margini. È mancato il coraggio, quel coraggio che non ha avuto lo Stato non lo hanno avuto neanche i giudici" ha dichiarato Salvatore Attanasio, il padre dell'ambasciatore Luca, assicurando che la famiglia intende andare avanti per giungere alla verità.  "C'è forte delusione e amarezza. Prendiamo atto della sentenza e attendiamo i prossimi passi della procura" hanno dichiarato i legali dei familiari del carabiniere Vittorio Iacovacci.

Soddisfazione invece dell'avvocato difensore di Rocco Leone: "Accolgo con soddisfazione l'esito dell'udienza, con cui il gup ha riconosciuto in capo agli imputati l'immunità funzionale dalla giurisdizione accogliendo la tesi che la difesa ha proposto sin dall'inizio dell'udienza preliminare e che ha trovato conferma nelle considerazioni sviluppate in udienza dai rappresentanti del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale".

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