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Morta tra le fiamme nell’anniversario delle nozze con l’ex: “Non si è suicidata”

Morta tra le fiamme il giorno dell’anniversario del matrimonio con l’ex marito, il 29 ottobre 2009, ufficialmente suicida. Per i genitori di Claudia Bartolozzi, infermiera 33enne e madre di due figlie morta nel rogo della sua auto a Macerata, non si è trattato di un gesto volontario, ma di omicidio premeditato.
A cura di Angela Marino
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Morta tra le fiamme il giorno dell'anniversario del matrimonio con l'ex marito, il 29 ottobre 2009, ufficialmente suicida. Sarebbe stata questa la sorte di Claudia Bartolozzi, l'infermiera 33enne deceduta nel rogo della sua auto nel maceratese, 11 anni fa. Eppure per i genitori Basilio e Giuseppina e per il loro legale, che ha condotto nuove indagini difensive, ben altro sarebbe accaduto quel giorno. Si tratterebbe, invece, di omicidio premeditato.

Il biglietto di addio

Claudia, di Corridonia, giovanissima madre di due figlie, separata da poco e felicemente impegnata in una nuova relazione sentimentale, è morta bruciata nella sua auto in Contrada Alberotondo a Macerata, mentre tornava a casa dall'ospedale. Nell'appartamentino che aveva acquistato dopo la separazione e da poco ristrutturato, viene trovato un biglietto di addio, scritto in maiuscolo: "Chiedo scusa a tutti, vi voglio bene". Grazie a una perizia grafologica la Procura conclude che Claudia si è suicidata, quella, infatti, è la sua calligrafia.

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L'ipotesi suicida basata su una perizia grafologica

Di diverso avviso è la consulente nominata dalla famiglia Bartolozzi, Lucia Fortunato, per cui quella non è la scrittura di Claudia. Manca un segno distintivo che nella scrittura di Claudia appare sempre sulla stessa lettera e nel biglietto, pur ripetendosi più volte la lettera in questione, non c'è. Se l'unica prova del suicidio è questo biglietto, allora, conclude la famiglia, Claudia non si è suicidata.

I genitori non credono al suicidio

Anche il fattore psicologico, del resto, sembra smentire una ipotetica volontà suicida. Claudia, come raccontano in diverse interviste i suoi genitori, era uscita con sofferenza da un matrimonio che la rendeva infelice, ma proprio questo cambiamento, che aveva richiesto coraggio e determinazione, la riempiva di gioia e soddisfazione. Claudia, infermiera in ospedale, era felice di avere una vita autonoma. Aveva un nuovo compagno e un piccolo appartamento acquistato con l'aiuto dei genitori, dove aveva preparato una graziosa cameretta per le figlie.

Claudia voleva vivere

La sua, hanno spiegato i familiari, era una vita che stava rifiorendo, non un'esistenza al capolinea, come invece vorrebbe un gesto suicida. Dubbi, poi, ha fatto nascere nella famiglia la data in cui la tragedia è avvenuta, ovvero il giorno dell'anniversario di matrimonio di Claudia con l'ex. Lo stesso a cui ha concesso volontariamente l'affido di entrambe le figlie, perché la lasciasse libera.

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