Morta dopo l’asportazione di un tumore, indagati 3 medici per omicidio colposo: “L’hanno lasciata morire”

Ci sono delle novità sulla morte di Elisabetta Marcigliano, deceduta 4 anni fa all'età di 56 anni in seguito a un intervento di asportazione di un tumore. Questa mattina, 3 medici sono stati iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo.
Tutto era iniziato nell'agosto del 2018, quando la donna aveva accusato forti dolori addominali ed era stata trasportata all'ospedale Sant'Anna. In quel frangente, la paziente aveva effettuato una tac e un'isteroscopia, controllo da cui era emersa la presenza di un polipo endometriale atrofico cistico, ossia un tumore benigno dell'utero.
Poche settimane dopo era stata effettuata un'isterectomia, ma l'operazione non era andata come previsto e le condizioni di salute della 55enne erano peggiorate sempre di più: Marcignano si era spenta il 20 luglio 2021.
Intervistato dal giornale Il Resto del Carlino, il marito della donna e giornalista in pensione, Mario Fornasari, ha contestato le modalità con cui era stata condotta l'operazione, che avrebbe sbriciolato la massa tumorale nel corpo della donna: "Prima dell'intervento il tumore era allo stadio I, ma si aggravò allo stadio IV proprio per effetto della morcellazione".
In seguito alla tragedia, l'uomo ha deciso di denunciare i medici con l'assistenza dell'avvocato Alessandra Palma. I reati contestati sono diversi, tra cui omicidio colposo, omissioni d'ufficio o falso. Secondo Fornasari, nel polipo era presente un sarcoma, un tumore maligno. "L'operazione fu totalmente sbagliata e non ci venne detto niente. L'hanno lasciata morire" ha affermato Fornasari ai microfoni del TGR Emilia Romagna.
Inoltre, il marito della vittima ha chiesto più volte alla Procura di Ferrara di fargli recapitare il verbale originale dell'intervento. Non solo, dunque, il documento era stato sostituito con una copia, ma nel rapporto autentico è presente un passaggio che è stato omesso nell'altra versione: "La modifica è avvenuta il giorno dopo" sostiene Fornasari.
A rendere la vicenda ancora più misteriosa un'ulteriore stranezza: l'intera operazione era stata registrata per scopi didattici, ma l'ex giornalista ha sostenuto che mancano gli ultimi 45 minuti del filmato in suo possesso.
Sulla vicenda è stata aperta un'inchiesta. L'anno scorso, Carlo Negri, all'epoca Gip del Tribunale di Ferrara, aveva respinto la richiesta di archiviazione del pubblico ministero. Successivamente, erano stati disposti ulteriori accertamenti da parte di esperti, che avevano escluso qualsiasi colpa medica.
Per questo motivo, è stata nuovamente richiesta l'archiviazione, ancora una volta bocciata dal Gip, questa volta Andrea Migliorelli, che ha chiesto un'altra consulenza medica con ulteriori verifiche realizzate da professionisti diversi.