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Modifiche illegali a prezzo di gas ed elettricità, Antitrust apre istruttorie contro società energia

L’Antitrust ha avviato procedimenti istruttori contro quattro società e chiesto informazioni ad altre 25 società per accertare condotte non rispettose dei diritti dei consumatori.
A cura di Antonio Palma
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L’Antitrust punta l’attenzione sui rialzi ai prezzi di gas ed elettricità e sui cambi improvvisi di contratto messi in atto dalle società di energia elettrica in Italia negli ultimi mesi di crisi energetica. L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, infatti, ha comunicato oggi di aver avviato una serie di procedimenti istruttori contro diverse società del settore e di aver chiesto a numerosi altre informazioni sui loro comportamenti nei confronti dei consumatori sul mercato libero.

Nel dettaglio, l’Antitrust ha avviato quattro procedimenti istruttori – e altrettanti sub-procedimenti cautelari –  nei confronti di Iren e Dolomiti, per presunte modifiche unilaterali illegittime del prezzo di fornitura di energia elettrica e gas naturale, e di Iberdrola ed E.ON per possibili indebite risoluzioni contrattuali. Inoltre ha inviato una richiesta di informazioni ad altre 25 società per accertare eventuali comportamenti simili: A2A Energia, Acea Energia, AGSM ENERGIA, Alleanza Luce & Gas, Alperia, AMGAS, ARGOS, Audax Energia, Axpo Italia, Bluenergy Group, Duferco Energia, Edison Energia, Enegan, Enel Energia, Engie Italia, Eni Plenitude, Enne Energia, Estra Energie, Hera Comm, Illumia, Optima Italia, Repower Italia, Sinergas, Sorgenia, Wekiwi.

Come spiega l’Autorità, la lente di ingrandimento è puntata sulla modifica ai prezzi di gas ed elettricità che andrebbero in contrasto con quanto previsto dal cosiddetto Decreto Bis. La norma, prevista dal decreto varato dal governo nell’agosto scorso e convertito in legge a settembre, in pratica sospende, fino al 30 aprile 2023, l’efficacia sia delle clausole contrattuali che consentono alle società di vendita di modificare il prezzo di fornitura di gas ed elettricità sia delle comunicazioni di preavviso. Le uniche modifiche valide sono quelle già perfezionate prima dell’entrata in vigore del decreto.

Per quanto riguarda Iberdrola ed E.ON. “viene contestata la comunicazione con cui le società hanno rappresentato agli utenti la risoluzione del contratto di fornitura per eccessiva onerosità sopravvenuta, in alternativa all’accettazione di un nuovo contratto a condizioni economiche significativamente peggiori”.

A Dolomiti, invece, “viene contestata l’asserita efficacia delle comunicazioni di modifica unilaterale del prezzo di fornitura perché inviate prima dell’entrata in vigore del Decreto Aiuti bis (10 agosto 2022), mentre la norma fa salve solo le modifiche unilaterali “perfezionate” ovvero effettivamente applicate prima della stessa data”

A Iren, infine, “viene contestata la comunicazione relativa alla asserita scadenza di tutte le offerte a prezzo fisso con la contestuale prospettazione delle nuove e peggiorative condizioni economiche di offerta, in alternativa alla facoltà del cliente di recedere dalla fornitura”.

A Iberdrola e Dolomiti “viene anche contestata l’ingannevolezza delle comunicazioni che evidenzierebbero l’impossibilità di fornire energia elettrica al prezzo contrattualmente stabilito a causa dell’aumento del prezzo del gas naturale, in espressa e grave contraddizione con le affermazioni diffuse nei messaggi promozionali, secondo le quali l’energia elettrica venduta proverrebbe esclusivamente da fonti rinnovabili”.

“Dopo aver sentito le imprese e consentito loro, entro breve termine, l’esercizio del diritto di difesa, l’Autorità concluderà i sub-procedimenti valutando se ricorreranno i presupposti per adottare eventuali provvedimenti cautelari” spiegano dall’Antitrust

Per quanto riguarda le altre 25 società fornitrici di energia elettrica e gas naturale l’Autorità ha inviato una richiesta di informazioni "per acquisire copia di eventuali comunicazioni mandate ai consumatori, a partire dal 1° maggio 2022, relative alle modifiche unilaterali delle condizioni economiche di fornitura o anche alla rinegoziazione/sostituzione/aggiornamento applicate dopo il 10 agosto 2022". In tal modo si intende verificare se siano state attuate condotte in contrasto con Decreto Aiuti bis e quindi non rispettose dei diritti dei consumatori.

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