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Modena, stop ai voti a scuola: in pagella arrivano le emoticon

La sperimentazione allʼistituto comprensivo Rodari di Modena riguarda per il momento due classi. I voti del primo quadrimestre saranno sostituti dalle emoticon e saranno i bambini a darsi una valutazione con questo metodo a loro più congeniale. Le loro schede saranno poi confrontate con quelli dei maestri per elaborare il giudizio condiviso.
A cura di Susanna Picone
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Novità per gli studenti di due prime elementari dell’istituto comprensivo Rodari di Modena. Via dalle pagelle i classici voti, che verranno sostituiti dalle emoticon, le “faccine” usate nella messaggistica istantanea che riproducono le principali espressioni facciali ed emozioni. Saranno insomma gli stessi bambini, attraverso un linguaggio che sicuramente conoscono, a dare una valutazione a se stessi. Useranno evidentemente l’emoticon di un sorriso per valutarsi positivamente, forse un grido se qualcosa non va bene. E dopo che avranno scelto quali emoticon utilizzare le loro schede saranno confrontate con quelle dei loro maestri per arrivare a un giudizio condiviso. Per ora si tratta di una sperimentazione, ma in caso di successo sarà estesa anche alle altre classi della scuola di Modena. L’obiettivo è dare maggiore responsabilità agli alunni, chiamati, in parte, a una autovalutazione.

L'obiettivo è quello di responsabilizzare maggiormente gli alunni – La novità, che la scuola di Modena spera possa incontrare il gradimento dei genitori coinvolti comunque nelle fasi iniziali del progetto, rientra nella sperimentazione "Oltre le discipline". L’istituto comprensivo Rodari di Modena da tempo ha deciso di non visualizzare i voti sul registro elettronico per favorire l'incontro delle famiglie con i docenti. "Le reazioni dei genitori – spiega alla Gazzetta di Modena il dirigente Daniele Barca – sono state di fiducia e curiosità. Le domande che hanno posto puntavano a comprendere la scheda e il meccanismo di autovalutazione dei bambini. Ho e abbiamo sottolineato l'aspetto raro e prezioso di un momento come questo in cui diventa formativo ascoltare come un bambino, come un figlio, si percepisce".

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