Modena. Finisce in una buca e si fa male, il giudice: “Doveva stare attento, non va risarcito”
Cadere in una buca con una pozza d’acqua non basta per essere risarciti dal Comune: “Quella buca era evitabile”, questa la motivazione che ha spinto il giudice del Tribunale Civile di Modena a declinare la richiesta di risarcimento avanzata nei confronti del Comune locale da un uomo del posto che aveva avuto un incidente a piedi in via Morane una sera di dicembre del 2009 mentre usciva dal supermercato. L’uomo aveva speso oltre 7mila euro per curarsi: soldi che pretendeva gli fossero restituiti dall’amministrazione comunale.
Ma il magistrato ha fatto affidamento all’articolo 2051 del Codice Civile: il Comune è tenuto a prendersi le proprie responsabilità solo in caso di alterazione della strada tale da creare un’insidia oppure in caso di invisibilità e imprevedibilità di questa alterazione che per chi arriva può rappresentare una situazione di pericolo. Non è il caso della buca di almeno 60 centimetri nella quale sarebbe finito il cittadino modenese percorrendo una strada che conosceva piuttosto bene: “è una situazione di pericolo senz’altro visibile ed evitabile con l’uso della normale prudenza” ha spiegato il giudice. E ancora un testimone ricorda avrebbe visto l’uomo cadere vicino e non dentro la pozza d’acqua. “Si potrebbe ipotizzare che fosse scivolato sul tratto regolare del manto stradale cadendo vicino al tratto dissestato”.
Oltretutto, evidenzia sempre il magistrato, l’incidente è avvenuto di sera col buio e quindi in una situazione che per chi cammina richiede una dose maggiore di prudenza. E quindi taglia corto: “Si tratta senza dubbio di una condotta imprudente, adottata dinanzi a un pericolo evitabile”. Ergo: niente risarcimento. E oltre al danno, anche la beffa: l’uomo è stato condannato a pagare tremila euro di spese di lite al Comune