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Milano, tre cinesi segregate, nude e con segni sul corpo

La più giovane delle tre, dopo essere fuggita è entrata in una farmacia di via Mac Mahon nuda e ha indicato dove erano prigioniere le altre. Ora i carabinieri stanno cercando di ricostruire il loro dramma.
A cura di Biagio Chiariello
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Segregate nude, con i polsi e le caviglie legate: in queste condizioni, ancora non è chiaro per quanto tempo, hanno vissuto a Milano tre donne cinesi di 27, 32 e 36 anni liberate dalla polizia di Stato. La storia di violenze è venuta alla luce martedì quando la più giovane delle tre è entrata in una farmacia al civico 111 di via Mac Mahon. È stata lei a indicare il luogo dove si erano rifuggiate le altre due.  Secondo quanto ricostruito dalle forze dell'ordine, le tre donne, tutte irregolari, sarebbero scappate da un appartamento lanciandosi dal balcone. Un salto a seguito del quale hanno riportato alcune fratture. Una volta in strada, sono fuggite completamente nude in cerca di aiuto: la 27 enne è entrata nella farmacia, le altre due sono salite su un tram nella stessa strada sempre in  via Mac Mahon. Tutte sono state portato in codice giallo al Policlinico di Milano, ma nessuna è in gravi condizioni. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire il loro dramma anche grazie ad un interprete visto le cinesi non parlano italiano. Nel contempo si cerca l'appartamento dal quale sono fuggite e l'autore (o gli autori) del presunto sequestro, le cui modalità, secondo gli inquirenti, non farebbero pensare alla criminalità comune: nell'ambito della comunità cinese, infatti, i rapimenti sono molto rari e quasi mai implicano delle donne.

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