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Soccorso il barcone in avaria con 100 persone: verranno riportate in Libia

Un altro barcone con 100 migranti a bordo è stato segnalato questa mattina da Alarm Phone, il sistema di allerta telefonico utilizzato per segnalare imbarcazioni in difficoltà, a 60 miglia al largo delle coste di Misurata, in Libia. Il natante in un primo momento non aveva chiesto aiuto. In serata è stato raggiunto da un mercantile libico, che riporterà i migranti a Tripoli.
A cura di Annalisa Cangemi
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UPDATE ore 22.30 – Il Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha annunciato che un mercantile inviato dalle autorità libiche ha raggiunto il barcone in avaria naufragato a 60 chilometri da Misurata, i cento naufraghi a bordo, che rischiavano di morire in mare annegati o assiderati, saranno trasportati a Tripoli.

Dopo due diversi naufragi che hanno provocato oltre 170 vittime in mare in pochi giorni, tragedie che sono state ricordate anche da Papa Francesco all'Angelus, una nuova odissea per 100 persone in mezzo al Mediterraneo. Un altro barcone è stato segnalato questa mattina da Alarm Phone, il sistema di allerta telefonico utilizzato per segnalare imbarcazioni in difficoltà, a 60 miglia al largo delle coste di Misurata, in Libia. Il natante, con 100 profughi a bordo, in un primo momento non aveva chiesto aiuto. Adesso invece starebbe imbarcando acqua, e i migranti sarebbero in uno stato di panico. "Presto non riuscirò più a parlare perché sto congelando", è il drammatico racconto delle telefonate che Alarm Phone sta ricevendo in queste ore dai migranti. "Sono nel panico – ha fatto sapere il sistema di allerta – il nostro staff sta cercando di calmarli, ma nell'ultima ora abbiamo sentito più volte persone urlare. La situazione è disperata". A bordo, secondo quanto segnalato, potrebbero esserci morti, tra cui forse anche un bambino.

"Alle 10 di questa mattina – ha spiegato Alarm Phone – siamo stati avvertiti di un'imbarcazione con 100 persone a bordo che stava tentando di attraversare il Mediterraneo. Alle 11 abbiamo ricevuto la loro prima posizione. Erano a 60 miglia al largo di Misurata (Libia), ma la situazione era calma e ci chiedevano di restare in standy, mentre tentavano di utilizzare un motore".

Poi qualcosa è andato storto e la situazione è precipitata: "Tra le 11:40 e le 12:20 – ha proseguito il sistema di allerta – le persone hanno cominciato ad andare nel panico. Volevano che informassimo le autorità, ma non quelle libiche. Abbiamo fornito loro assistenza legale, spiegando che Libia e Italia avrebbero sostenuto la responsabilità libica per l'area in cui erano. Alle 12:20 – come si legge su Twitter – abbiamo ricevuto una nuova posizione. Erano a 12 miglia più a est e avevano problemi di navigazione. Un bambino è incosciente o morto. Il natante sta imbarcando acqua. Chiedono aiuto, anche se questo potrebbe significare tornare in Libia". Adesso La Valletta si sarebbe attivata per prestare soccorso: "Ci ha confermato al telefono che verrà da noi – ha segnalato Alarm Phone – Alle 12:58 abbiamo chiamato la sala operativa di Roma fornendo la nuova posizione Gps. Ci hanno detto di chiamare Malta".

"Alle 13:10 abbiamo scritto email a Roma, Malta e Libia – hanno spiegato – chiedendo di chi fosse il coordinamento. Abbiamo richiesto assistenza urgente. Le email verso Tripoli ci sono tornate indietro immediatamente. Malta ci ha confermato che verrà verso di noi".

Quindi, continuando a dare aggiornamenti minuto per minuto sulla condizione del barcone, ha sottolineato che la Libia non ha risposto alla richiesta: "14:10: sia Roma che Malta ci hanno comunicato che è Tripoli l'autorità responsabile (dei soccorsi – ndr). Finora non abbiamo ricevuto nessuna risposta da Tripoli e non siamo neanche sicuri che abbiano ricevuto i nostri messaggi. 14:20: Abbiamo chiamato diverse volte i 6 numeri di telefono della sala operativa di Tripoli. Non sono raggiungibili. Esistono ancora? Abbiamo informato Malta e l'Italia e abbiamo ricevuto un settimo numero. Ma anche questo non funziona".

Intanto l'ong Sea Watch, che ieri a 50 miglia al largo delle coste libiche, ha salvato 47 migranti, tra cui anche 8 minori non accompagnati questa mattina ha lanciato un nuovo appello: "Siamo ancora in zona Sar ma nessuno si è ancora assunto il coordinamento dell'operazione – hanno detto gli attivisti – Chiediamo istruzioni e restiamo in attesa. Siamo stati rimandati ai libici che però non rispondono. Non c'è modo di parlare con loro, non rispondono neanche al telefono".

"Il meteo purtroppo è in peggioramento – hanno riferito i membri dell'equipaggio – Noi restiamo sempre in attesa di istruzioni. I ragazzi sono in buona salute, ieri hanno ricevuto la prima assistenza medica".

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