Michele Ferrulli morì durante un controllo di polizia, 4 agenti rinviati a giudizio

Il giudice per le udienze preliminari di Milano Alfonsa Ferraro ha rinviato a giudizio i quattro agenti della polizia di stato accusati di aver provocato la morte di Michele Ferrulli durante un fermo nel giugno dell'anno scorso. L'accusa per i quattro poliziotti è di omicidio preterintenzionale, ipotesi di reato più grave rispetto al capo di imputazione chiesto dal Pm Gaetano Ruta che dopo le indagini aveva avanzato per gli agenti l'ipotesi di incriminazione per cooperazione in omicidio colposo. Secondo il giudice i poliziotti Francesco Ercoli, Michele Lucchetti, Roberto Stefano Piva e Sebastiano Cannizzo avrebbero "ecceduto i limiti del legittimo intervento", concorrendo "a determinare il decesso" dell'uomo avvenuto poco dopo per arresto cardiaco. Per l'accusa i poliziotti avrebbero percosso Ferrulli quando questi era stato già ammanettato e bloccato e "si trovava a terra in posizione prona, e invocava aiuto". Secondo la ricostruzione dei Pm infatti gli agenti intervenuti sul posto la sera del 30 giugno 2011 per i continui schiamazzi in strada avrebbero fermato il 51enne, "ubriaco e ostile", ma subito dopo averlo ammanettato avrebbero continuato a colpirlo ripetutamente. Per gli agenti dunque processo davanti alla Corte d'assise di Milano la cui prima udienza è fissata per il 4 dicembre. "Un ottimo inizio" è stato giudicato dalla famiglia di Ferrulli, "nella sfortuna abbiamo avuto la fortuna di trovare chi ha fatto indagini veloci, pulite e senza voler nascondere nulla a nessuno" ha commentato la figlia Domenica.