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Processo Ciro Grillo

“Mi hanno violentata a turno”: chiuse indagini, il figlio di Beppe Grillo verso rinvio a giudizio

La Procura di Tempio Pausania ha terminato l’inchiesta per i fatti avvenuti nel luglio 2019: una 20enne ha denunciato di essere stata violentata “a turno” da quattro giovani al termine di una serata cominciata al Billionaire in Costa Smeralda insieme a un’amica e conclusa nella villa di proprietà di Beppe Grillo. Ora spetterà al Gup se decidere per il rinvio a giudizio per stupro o se archiviare.
A cura di Biagio Chiariello
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Si profila il rinvio a giudizio per Ciro Grillo, figlio del cofondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo. Il procuratore di Tempio Pausania (Sassari) Gregorio Capasso e la sostituta Laura Bassani hanno chiuso le indagini per violenza sessuale in concorso, cominciate oltre un anno fa dopo la denuncia presentata in una caserma dei carabinieri di Milano da una 20enne al rientro dalle vacanze in Sardegna. In quell’occasione, era il 16 luglio, secondo la procura, la giovane sarebbe stata stuprata da quattro persone, tra cui Ciro Grillo, nell'appartamento del padre in Costa Smeralda al termine di una serata iniziata al Billionaire insieme a un’amica. La presunta vittima ha raccontato che si oppose alla richiesta di un rapporto da parte di un primo ragazzo e venne violentata. Dopo, tutti gli altri fecero lo stesso. L’universitaria “era consenziente” è stata da subito la difesa dei quattro imputati.

I periti incaricati dalla Procura hanno terminato l'esame dei cellulari degli accusati. Tra i materiali esaminati, anche il video che uno degli accusati avrebbe girato durante lo stupro. Il procuratore di Tempio Pausania ha interrogato nuovamente la 20enne — difesa dall’avvocata Giulia Bongiorno, senatrice ed ex ministra leghista nel primo governo Conte — che ha riconfermato pienamente quanto già dichiarato: disse no alla richiesta di un rapporto sessuale, a quel punto, complice anche l'alcol che le era stato fatto bere, fu stuprata prima da uno, poi dal resto dei quattro accusati "a turno". Tra un paio di settimane spetterà al gup decidere se rinviare a giudizio, come vuole la procura, o archiviare come sperano le difese. A ottobre era stata interrogata anche Parvin Tadjik, la moglie di Beppe Grillo, che la notte del 16 luglio dormiva nell’appartamento accanto a quello in cui si trovavano i quattro ragazzi. La compagna del comico ha detto di non aver udito nulla.

"Non è il momento di fare dichiarazioni", dice il legale Gennaro Vella, che fa parte del collegio difensivo dei quattro giovani. "Ancora non abbiamo nemmeno ricevuto tutti gli atti, perciò riteniamo prematuro commentare – aggiunge – parleremo nelle sedi e al momento opportuno". Silenzio anche dagli altri. "Non è mia abitudine rilasciare dichiarazioni sulle cause in corso – sottolinea Paolo Costa – tantomeno in questa vicenda di cui ancora dobbiamo analizzare tutti gli atti".

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