“Mi ha rimproverato per non averla salutata e l’ho uccisa”: il 21enne di Racale confessa omicidio della madre

Un rimprovero all’apparenza banale. Un gesto quotidiano, quasi insignificante: “Perché non hai salutato entrando?”. Una frase che, detta in mille case d’Italia, passa senza lasciare traccia. Ma a Racale, piccolo centro del Salento, è diventata la miccia di una tragedia feroce. Filippo Manni, 21 anni, ha confessato di aver ucciso la madre, Teresa Sommario, 52enne, con un colpo d’accetta. Un gesto brutale, consumato nel silenzio domestico, al culmine – pare – di tensioni familiari che da tempo covavano sotto la superficie.
“Mi ha rimproverato, mi si è spento tutto. Sono salito, ho preso l’ascia e l’ho uccisa. Altre volte gliel’avevo detto per scherzo, oggi l’ho fatto”, ha raccontato il giovane durante l’interrogatorio davanti al magistrato e al suo legale, l’avvocato Francesco Fasano. Un’ammissione lucida, tagliente, che lascia trasparire un dolore muto, forse represso per anni.
Dopo l’omicidio, Filippo è uscito di casa. Camminava senza meta. È stato rintracciato poche ore dopo mentre si dirigeva verso la marina di Torre Suda. Fermato dai carabinieri, ha spiegato in stato confusionale: “Non volevo fuggire, volevo andare al cimitero da mia nonna. Oppure fare un bagno al mare”. Una fuga, forse, da ciò che non si può dimenticare. Ora è detenuto nel carcere di Lecce, dove è stato disposto un regime di sorveglianza rafforzata. L’udienza di convalida dell’arresto è prevista per domani davanti al Gip Valeria Fedele.
Il delitto si è consumato nel pomeriggio del 17 giugno, all’interno dell’abitazione di famiglia. Secondo le prime ricostruzioni, madre e figlio litigavano da tempo. Non erano scontri violenti, ma tensioni crescenti, attriti mai risolti. Filippo, raccontano alcuni conoscenti, appariva come un ragazzo normale. Anche il sindaco di Racale, Antonio Salsetti, si è detto sgomento: “Conoscevo bene la famiglia. Anche Filippo, che avevo incontrato poco tempo fa. Mai mi sarei aspettato un dramma simile, in un contesto che appariva sereno”.
Eppure, qualcosa si è rotto. E ora spetta agli inquirenti scavare nel passato del giovane, nei silenzi, nei gesti quotidiani, nelle frasi dette e in quelle mai pronunciate. Cercare indizi che possano spiegare come si arrivi a un tale epilogo. Cosa abbia scatenato, davvero, quella rabbia cieca. Se ci fossero fragilità emotive, disturbi sottotraccia, oppure solo un’esplosione improvvisa di un disagio mai espresso.
Teresa Sommario lavorava da vent’anni nell’ufficio acquisti della Cnh Industrial di Lecce. Era ex moglie di Daniele Manni, architetto e attuale assessore ai Lavori pubblici del Comune di Racale. Lascia due figli gemelli, che tra un mese diventeranno maggiorenni. Un dolore che si spalma su una famiglia già segnata da una separazione, ma che appariva – all’esterno – composta, stabile, “normale”.
L’autopsia sul corpo della donna è stata affidata al medico legale Alberto Tortorella e sarà eseguita venerdì 20 giugno.