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Melania Rea: a 100 giorni dalla morte le verità nascoste di Salvatore Parolisi

Sono trascorsi 100 giorni dalla morte di Melania Rea: l’arresto di Salvatore Parolisi ha dato una svolta alle indagini ma inquirenti devono ancora ricostruire quanto accaduto quel maledetto 18 aprile.
A cura di danila mancini
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salvatore parolisi piange per la morte di melania rea prima dell'arresto

A 100 giorni dalla morte di Melania Rea poche sono le certezze che sospingono gli inquirenti verso la risoluzione di un caso tanto violento quanto inspiegabile. Salvatore Parolisi sarebbe l'uomo chiave, colui che l'avrebbe uccisa senza pietà, capace di ostentare lacrime in tv e nascondere i più compromettenti segreti: Carlo Calvaresi, gip di Ascoli, accogliendo la richiesta della Procura, ha ufficializzato l'arresto di Parolisi, che è stato accusato di omicidio volontario pluriaggravato dal vincolo di parentela, crudeltà e vilipendio di cadavere in eventuale concorso con altri.

Altri…

A 100 giorni dalla morte di Melania Rea, è compito degli inquirenti ricostruire la verità a partire dalla versione di Parolisi, che è stata la causa principale del suo arresto: i risultati dell'autopsia, effettuata dai medici legali Adriano Tagliabracci e Sabina Canestrai, hanno confermato che Melania è stata uccisa proprio in quel lasso di tempo durante il quale Parolisi ha dichiarato di trovarsi a Colle San Marco con la moglie e la figlioletta.

Perché?

“ Salvatore Parolisi, bugiardo, inaffidabile, irrispettoso dei sentimenti ”
Michele Rea
La famiglia Rea, distrutta dal dolore, non ha mai voluto credere che ad uccidere Melania sia stato proprio l'uomo, di cui lei era follemente innamorata. Troppe domande a cui non si è ancora dati una risposta, troppi dubbi, troppi inganni, che hanno confuso e depistato, persino leso la memoria di Melania.

E dopo che sua madre ha chiesto la verità a Salvatore Parolisi durante l'ultima puntata di Chi l'ha visto, lo scorso 13 luglio, oggi è Michele Rea, fratello della vittima, a ribadire il dramma della sua famiglia, raccontato attraverso le pagine di Oggi, a cui h affidato una sorta di diario che vuole racchiudere i sentimenti rivolti proprio a Parolisi:

La morte se l’è portata via, con violenza e senza preavviso, ce l’ha strappata con ferocia, con innaturale meschinità, per mano di un orco, che le indagini  identificano, ad ora, con l’uomo che lei amava, il suo caporal maggiore Salvatore Parolisi, padre della sua unica, amatissima figlia Vittoria di 21 mesi.

Tutti noi abbiamo subito pensato a un maniaco, a un pazzo che, attratto dalla sua bellezza, l’aveva rapita, violentata e uccisa. Ma i giorni passavano e tante nuove verità sulla vita di coppia di mia sorella e di suo marito uscivano fuori. Parolisi aveva una doppia vita, forse una tripla, multipla vita. Una storia seria con la soldatessa, e forse una manciata di altre storie. Come può un uomo che dice di amare sua moglie vivere una storia (o più storie) parallela così intensa e seria? Ma l’amore non è esclusività dei sentimenti? Non è rispetto e dedizione?

Da questi momenti Salvatore lo abbiamo visto in un’altra ottica: un uomo bugiardo, inaffidabile, irrispettoso dei sentimenti, ma non un assassino. Era un dolore troppo forte, troppo insostenibile, troppo assurdo vederlo come quell’orco che aveva strappato via la vita a Melania. E poi è arrivata la comunicazione del suo status di indagato e poi nei giorni scorsi l’arresto per l’omicidio efferato e crudele di mia sorella, la madre di sua figlia. E per me e per la mia famiglia è iniziato un incubo. È come se mia sorella Melania fosse morta un’altra volta.

A 100 giorni dalla morte di Melania, quanto ancora si è lontani dalla verità?

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