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Medico morto ma la scuola guida continua a rilasciare certificati: centinaia di patenti non valide

L’inchiesta della Guardia di Finanza ha messo nel mirino il titolare di un’autoscuola di Pescara, accusato di aver usato le credenziale del medico defunto per entrare nel sistema informatico del ministero e inserire i certificati di idoneità fisica necessari per rilasciare le patenti di guida.
A cura di Antonio Palma
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Immagine di archivio
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Oltre 250 persone si sono ritrovate con patenti di guida non valide dopo che la Guardia di Finanza ha scoperto che i loro certificati medici per l’idoneità fisica erano stati rilasciati da un medico che in realtà era deceduto da mesi. Il caso, scoperto nel novembre dello scorso anno dagli uomini della Tenenza delle Fiamme Gialle di Popoli, in provincia di Pescara, ha fatto scattare una inchiesta penale a carico del titolare di un’autoscuola pescarese che ora è giunta a conclusione.

La Procura della Repubblica dell’Aquila, che ha coordinato le indagini dei militari, contesta all’uomo i reati di falso materiale, accesso abusivo a sistema informatico e sostituzione di persona. Secondo l’accusa, infatti, il titolare della scuola guida avrebbe continuato a rilasciare certificati medici ai suoi clienti, sia neo patentati sia persone che dovevano rinnovare la patente di guida, usando le credenziali del medico defunto.

In pratica gli inquirenti sostengono che oltre due centinaia di persone non sarebbero state sottoposte alla visita necessaria per la patente ma avrebbero ottenuto il solo certificato e dunque la patente non sarebbe del tutto valida. Per l’accusa, la scuola guida aveva ottenuto le credenziali del dottore che collaborava con l'agenzia e alla sua morte avrebbe continuato a usarle per le pratiche auto.

In pratica si ritiene che l’indagato si sia introdotto in maniera abusiva nel sistema informatico del ministero delle Infrastrutture con l’account del defunto medico, inserendo a suo nome false certificazioni per il rilascio e il rinnovo delle patenti di guida.

La scoperta durante controlli incrociati che ha portato alla luce l’anomalia dei certificati successivi alla morte del dottore. Il Centro elaborazioni dati della direzione generale della Motorizzazione civile di Pescara aveva quindi disabilitato le credenziali del medico certificatore defunto e fornito agli investigatori copia dei certificati nel frattempo inseriti. A questo punto la scoperta che qualcuno si era introdotto con le credenziali del dottore nel sistema informatico e il titolare dell'autoscuola è finito nel registro degli indagati.

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