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Giampaolo Amato, medico arrestato a Bologna

Medico arrestato per omicidio, l’amante di Giampaolo Amato intercettata: “Questo è un pazzo furioso”

“Ma secondo te, ci dobbiamo veramente iniziare a pensare, questo qua fuori di testa può aver fatto qualcosa quella sera?” diceva la giovane con cui Giampaolo Amato aveva una relazione extraconiugale parlando con un’amica. Il medico di Bologna è stato arrestato per l’omicidio della moglie Isabella Linsalata.
A cura di Susanna Picone
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Giampaolo Amato
Giampaolo Amato
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Il movente dell'omicidio di Isabella Linsalata, la dottoressa morta nel 2021 a Bologna e uccisa, secondo l’accusa, dal marito Giampaolo Amato, è "di tipo innanzitutto sentimentale, senza tuttavia potersi neppure escludere l'incidenza di spinte di tipo economico".

Di questo scrive il Gip Claudio Paris, che ha disposto il carcere per il medico accusato di aver assassinato la moglie tra il 30 e 31 ottobre 2021 con un mix letale di farmaci. Amato risulta indagato anche per la morte della suocera, Giulia Tateo, morta 22 giorni prima della figlia, ma gli esiti preliminari sono da confermare con le indagini.

Il Gip ricostruisce la relazione extraconiugale del medico con una giovane e conclude che è "senz'altro questo inconfessabile desiderio", lasciare la moglie per un'altra, "che lo ha spinto a cagionarne volontariamente la morte".

Per l'amante "concreto rischio di subire sorte analoga"

Ma anche la donna con cui Amato aveva una relazione extraconiugale è posta nel "concreto rischio di subire una sorte analoga a quella della Linsalata, tanto più ove la stessa dovesse decidere davvero di rifarsi una vita", sottolinea il Gip.

E ci sono anche delle intercettazioni della giovane amante del medico bolognese. "Ma secondo te, ci dobbiamo veramente iniziare a pensare, questo qua fuori di testa può aver fatto qualcosa quella sera?". "Questo qua", per gli investigatori, sarebbe il medico arrestato e le parole intercettate sono appunto della giovane con cui Amato aveva una relazione extraconiugale.

Parole intercettate il primo aprile 2022, alcuni mesi dopo la morte di Isabella Linsalata: la telefonata era tra l’amante del medico e una sua amica. Secondo il Gip la prima "mette in campo l'ipotesi che davvero Amato possa aver ucciso la moglie" e questa circostanza è, secondo il giudice, "elemento a carico di straordinaria importanza".

"Questo riesce a essere un pazzo furioso, ma davvero noi siamo convinti che lui… non si sia fatto venire un momento di delirio, perché io in quel periodo no non gli rispondevo più al telefono, non ci sentivamo più: ero dura di nuovo…”, dice ancora la donna facendo riferimento alla loro relazione.

I farmaci letali forse assunti in una tisana

Amato e la moglie Isabella Linsalata
Amato e la moglie Isabella Linsalata

Isabella Linsalata, secondo il Gip, potrebbe essere stata avvelenata con una tisana. "Riacquistata da qualche tempo la fiducia della moglie – ricostruisce il giudice – l'indagato ben può averle somministrato il Midazolam all'interno di qualche bevanda, come peraltro aveva già fatto in passato".

È stata la figlia a parlare dell’abitudine del padre di preparare tisane alla mamma. E la stessa vittima, secondo il Gip, sospettava da tempo che il marito le somministrasse a sua insaputa sostanze tossiche, anche se con ogni probabilità non pensava di poter morire.

Tutto questo emerge da una serie di elementi, a partire dalle dichiarazioni della sorella e di due amiche, con le quali la vittima si confidava. Persone che hanno avuto un ruolo importante nel corso delle indagini: in particolare la sorella aveva conservato e consegnato agli investitori una bottiglia di vino bevuta nel maggio del 2019 dalla vittima. Su questa bottiglia tre anni dopo sono state trovate trovate tracce di Midazolam, la stessa sostanza poi rilevata dal medico legale nell’autopsia.

Alla sorella Insalata aveva detto che quel vino era amarissimo, come le tisane che le preparava il marito: a quel punto la donna aveva recuperato la bottiglia (che Amato aveva già lavato) per poi consegnarla agli inquirenti.

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