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Giampaolo Amato, medico arrestato a Bologna

Accusato di aver avvelenato moglie e suocera, il medico Giampaolo Amato: “Curo le persone non uccido”

“Io non so come e perché sia morta Isabella ma sicuramente non si è suicidata” ha dichiarato oggi in Tribunale Giampaolo Amato, il medico bolognese accusato di aver ucciso la moglie Isabella Linsalata e la suocera Giulia Tateo con un presunto avvelenamento da farmaci.
A cura di Antonio Palma
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“Non ho ucciso nessuno, non ho drogato nessuno, non ho rubato farmaci. Non ho mai fatto del male a qualcuno, neppure una rissa da giovane” così in aula si è difeso oggi Giampaolo Amato, il medico bolognese accusato di aver ucciso la moglie Isabella Linsalata, e la suocera Giulia Tateo, morte nell’ottobre del 2021 per un presunto avvelenamento da farmaci. L’uomo, che è in carcere dall'8 aprile del 2022, si è sempre professato innocente e ha ribadito in Tribunale che cercherà di dimostrarlo.

Il 64enne ex medico sportivo si è anche commosso nel suo lungo intervento oggi al Tribunale di Bologna dove è in corso il processo a suo carico che si è aperto un mese fa. Amato ha fatto dichiarazioni spontanee parlando per oltre venti minuti durante le quali ha ribadito la sua innocenza ma si è detto anche convinto che la moglie non si sia suicidata.

Amato e la moglie Isabella Linsalata
Amato e la moglie Isabella Linsalata

“Rispetto le leggi e ho fatto il giuramento di Ippocrate. Sono solito curare le persone, e salvare le persone, con Isabella anche è successo, una volta rischiò di soffocare, ma sono riuscito ad intervenire e salvarla. Detto questo io non so come e perché sia morta Isabella, nessuno lo sa, anche io vorrei la verità" ha dichiarato infatti il medico, aggiungendo: “So certamente, come ha detto la sorella di Isabella, che sicuramente Isabella non si è suicidata, ne sono certo, non ci avrebbe mai pensato, lo escludo. Amava la vita, era solare e amata da tutti. Non lo avrebbe fatto anche per un profondo credo religioso. Non lo avrebbe fatto soprattutto per la famiglia e per i nostri meravigliosi figli, dei quali siamo orgogliosissimi. Anche oggi sarebbe orgogliosa di come sono diventati. Le tragedie purtroppo però accadono e sarebbe uno di quei momenti in cui bisogna compattarsi".

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Amato poi ha cercato di smentire alcuni indizi a suo carico come la presunta volontà di fare cremare la moglie prima della scoperta del presunto avvelenamento. “Parlammo del fatto che per poter riposare con me, quando sarebbe successo, avrebbe acconsentito alla cremazione, per ovvi motivi di spazio, e anche di questo daremo prova. Questo per dire che io ho detto la verità anche su questo. La cremazione sarebbe dovuta avvenire soltanto dopo l'autopsia, già decisa” ha spiegato l’uomo alla Corte, aggiungendo: “È stata univoca e coesa la decisione di far fare l'autopsia a Isabella".

Anche in relazione al presunto precedente avvelenamento che la moglie avrebbe lamentato con sorella e amiche, amato smentisce categoricamente aggiungendo che nella primavera 2019, prima delle analisi fatte a maggio e che avevano riscontrato la presenza di Midazolam, anche lui concordò con Isabella di fare delle analisi del sangue. "Quindi Isabella era così preoccupata di me o io che qualcuno mi scoprisse, che abbiamo concordato di fare questi esami. Facemmo anche una risonanza cerebrale" ha spiegato l’uomo.

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