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Mauro Romano sparito a 6 anni: “Nel mirino uomo della comunità dei Testimoni di Geova”

“Abbiamo fondate ragioni di ritenere che sia un ex fratello di fede dei Romano, un uomo della piccola comunità dei Testimoni di Geova di Recale, dalla quale la coppia si è allontanata anni fa”. A Fanpage all’indomani della notizia dell’identificazione del presunto sequestratore, parla Antonio La Scala, l’avvocato che ha fatto riaprire il caso del piccolo Mauro Romano.
A cura di Angela Marino
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"Non ci è stata comunicata l'identità del presunto sequestratore che avrebbe rapito Mauro 43 anni fa, ma abbiamo fondate ragioni di ritenere che sia un ex fratello di fede dei Romani, un uomo della piccola comunità dei Testimoni di Geova di Recale, dalla quale la coppia si è allontanata anni fa". A fare luce sul sequestro di Mauro Romano, il bimbo scomparso in Salento nel giugno del 1977 e mai più ritrovato, è l'avvocato Antonio la Scala, legale di Bianca e Natale Romano. A 24 ore dalla notizia dell'identificazione del presunto rapitore del bimbo, l'avvocato ci ha spiegato come la Procura è arrivata a questo risultato dopo 43 anni di buio.

Ci spiega l'inizio di questa indagine 2019-2020, a oltre 40 anni dai fatti?

"Circa un anno fa i coniugi romano hanno letto sui giornali dell'arresto di A. S. un uomo, all'epoca dei fatti 30enne, arrestato per abusi nei confronti di più vittime minorenni. Hanno chiesto di riaprire l'inchiesta e il pubblico ministero Stefania Minniti, ha riaperto l'indagine".

A destare i loro sospetti non è stata solo l'accusa, ma anche l'identità della persona, vero?

Sì. A. S. è il telefonista che 43 anni fa chiamo la famiglia Romano per chiedere diverse decine di milioni in cambio della liberazione di Mauro. Si appurò che non aveva mai avuto il bambino e che il suo era solo un tentativo di estorcere denaro ai Romano, approfittando della tragedia".

Anche oggi è stato escluso, giusto?

"Esatto, ma il suo arresto ha dato impulso a una nuova indagine. La procura, voglio sottolinearlo, ha fatto un immenso lavoro, anche quando tutto era fermo per il Covid19. Hanno riesaminato il caso e raccolto testimonianze inedite che si sono rivelate preziosissime per identificare la persona di cui parliamo oggi".

Parliamo di un soggetto che nulla a che vedere con l'uomo arrestato per pedofilia nel 2019, l'ex telefonista?

"Esattamente. Si tratta di una persona vicinissima alla famiglia che già in passato è entrata e uscita dalle indagini. Il piccolo Mauro lo chiamava zio. È una persona, riteniamo, che proviene dalla piccola comunità dei testimoni di Geova cui all'epoca la famiglia era legatissima".

Di cosa potrebbe essere accusato?

"L'ipotesi di reato è sequestro di persona. I resti del piccolo Mauro, sebbene siano stati cercati anche in tempi recenti, non sono mai stati ritrovati".

Non trattandosi di omicidio, non c'è il rischio della prescrizione per questo reato?

"Il nostro timore, mio e dei coniugi Romano, è proprio questo. Siamo pronti, però, a intraprendere un'azione civile con sequestro dei beni dell’interessato. Non sarà certo il tempo trascorso a impedirci d'intervenire anche in sede civile per avere giustizia. Sono 43 anni che questa famiglia aspetta".

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