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Matteo Renzi è indagato per finanziamento illecito insieme al manager Lucio Presta

Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, è indagato insieme al manager Lucio Presta dalla procura di Roma. L’indagine si concentra sui rapporti economici tra i due in merito alla vicenda del documentario “Firenze secondo me”, i reati per cui sono indagati sono finanziamento illecito e false fatturazioni.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Matteo Renzi e Lucio Presta sono indagati dalla procura di Roma. Il senatore fiorentino, leader di Italia Viva, e il manager dei vip sono indagati per i reati di finanziamento illecito e false fatturazioni in merito al documentario dell'ex presidente del Consiglio su Firenze. Il documentario "Firenze secondo me", era stato realizzato dalla società di Presta, Arcobaleno Tre. A dare la notizia è stato il quotidiano Domani, che spiega come l'indagine verta sui rapporti economici tra i due e su dei bonifici da quasi 750mila euro effettuati dal manager al leader di Italia Viva.

Il quotidiano rivela che i dubbi della procura sono concentrati soprattutto su due contratti e i compensi relativi da centinaia di migliaia di euro in favore dell'ex presidente del Consiglio, che sarebbero stati scoperti con una verifica fiscale nella sede della società di Presta. I soldi sarebbero stati versati da Arcobaleno Tre a Renzi per pagare i diritti d'immagine in esclusiva di alcuni progetti televisivi e non quindi del documentario poi realizzato, dal quale – tra l'altro – non sarebbero arrivati ricavi. I pm, scrive Domani, parlano di "rapporti contrattuali fittizi, con l'emissione e l'annotazione di fatture relative a operazioni inesistenti, finalizzate anche alla realizzazione di risparmio fiscale, consistente nell'utilizzazione quali costi deducibili inerenti all'attività d'impresa costi occulti del finanziamento della politica".

Secondo quanto riporta l'Adnkronos nei giorni scorsi è stata svolta una perquisizione nei confronti del produttore, su delega dei pubblici ministeri romani, in merito ai contratti stipulati dalla società con l'ex presidente del Consiglio per la produzione del documentario. Nel corso della perquisizione sarebbero stati acquisiti una serie di documenti.

La reazione di Matteo Renzi

"Sono stato avvisato delle indagini a mio carico da un giornalista, di solito queste comunicazioni le fanno i magistrati, la Polizia giudiziaria, o dagli avvocati. In Italia viene data quest'informazione dai giornalisti. A chiamarmi è stato Emiliano Fittipaldi", ha commentato Matteo Renzi in un video su Facebook. "Male non fare paura non avere. Quest'avviso di garanzia non so in cosa possa sostanziarsi, tutte le nostre attività sono legali. Si parla di una mia attività, che sarebbe finanziamento illecito alla politica, è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Ma aspettiamo gli atti. Mi colpisce però che qualcuno pensa che queste cose possano farmi paura. Con molta tranquillità dico che vado avanti a testa alta, non ho niente da nascondere o di cui vergognarmi. Buon lavoro ai magistrati, noi siamo a loro disposizione".

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