video suggerito
video suggerito

Marco Veronese ucciso dal fidanzato dell’ex: “Volevamo dimostrare che fosse inadatto a stare coi bimbi”

L’uomo ucciso dal nuovo fidanzato della ex compagna a Torino era pedinato dal killer ma anche da un investigatore privato ingaggiato dalla ex perché aveva chiesto di poter vedere di più i suoi figli. Secondo il killer reo confesso, Michele Nicastri, proprio l’affidamento dei bimbi sarebbe il movente del suo appostamento sfociato in omicidio.
A cura di Antonio Palma
13 CONDIVISIONI
Immagine

Marco Veronese, l’uomo ucciso dal nuovo fidanzato della ex compagna era pedinato dal killer ma anche da un investigatore privato ingaggiato dalla ex perché aveva chiesto di poter vedere di più i suoi figli dopo la separazione. Il particolare emerge dal racconto del killer reo confesso Michele Nicastri ma anche da quello della donna che però non è indagata e si dice completamente estranea al delitto.

“Lei non sapeva che quella sera sarei andato sotto casa di Marco, sapeva che qualche volta andavo per cercare di scoprire qualcosa” avrebbe detto l’omicida. Parole che risultano significative se confrontate con l’ultimo audio di Marco Veronese che parlava di un uomo incappucciato già visto in precedenza sotto casa. “C’è un tipo incappucciato, è uno che già l’anno scorso stava qua, devo capire cosa vuole fare. Mi ha già bucato le gomme l’altra volta” diceva la vittima nel messaggio inviato a un’amica pochi minuti prima di essere accoltellato a morte.

Marco Veronese pedinato da un investigatore privato

Secondo quanto ricostruisce il Corriere della Sera, del resto la stessa ex compagna ha confermato che aveva assunto anche un investigatore privato per pedinare Veronese dopo la richiesta dell’uomo di poter avere più tempo da trascorrere con i figli. "Volevo sapere se avesse o meno delle brutte frequentazioni" ha spiegato la donna ai magistrati. Proprio i bimbi infatti sarebbero il movente dell’appostamento sfociato in omicidio, secondo Nicastri.

“Andavo lì perché la mia fidanzata era terrorizzata che lui nella procedura di affidamento potesse prendersi i bambini con la forza e stavamo cercando in tutti i modi di trovare elementi per far sì che questo non capitasse. Volevamo dimostrare che Marco fosse totalmente inadatto a stare da solo con i bambini” ha spiegato l’uomo, continuando a sostenere di non voler uccidere la vittima ma che tutto sarebbe nato da una lite degenerata in tragedia.

L'appuntamento dopo l'omicidio

Dopo aver ucciso sotto casa a Torino Marco Veronese, ex compagno della sua nuova fidanzata, Michele Nicastri si è incontrato poche ore dopo proprio con la donna, presentandosi a un appuntamento già programmato e proseguendo la sua vita come nulla fosse accaduto. È quanto emerge dalla costruzione di quei giorni fatta dagli inquirenti in base a testimonianze e racconti. Tra questi proprio quello della donna che non è indagata e si è detta completamente estranea ai fatti.

La donna, madre dei figli di Marco Veronese, infatti ha ammesso che con il killer avevano un appuntamento coi tecnici dei termosifoni proprio la mattina successiva al delitto del 39enne, che si è consumato nella notte tra il 22 e il 23 ottobre. In quelle ore lei aveva appena saputo del terribile delitto ma non ha mai pensato che l’autore potesse essere proprio l’uomo che aveva al fianco.

“Non mi ha detto nulla, non sapevo nulla” ha ribadito a più riprese la donna che si è trovata davanti a una doppia tragedia dopo l’arresto e la confessione dell’uomo con il quale stava pianificando una nuova vita e in procinto di andare a convivere in una nuova casa. “Non le ho detto nulla” Ha confermato Nicastri spiegando che lei era sconvolta e che lui ha evitato di aprite la questione.

13 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views