Manuela Murgia uccisa 30 anni fa, fissato l’incidente probatorio: quando saranno esaminati vestiti e scarpe

Saranno eseguiti il prossimo 7 luglio nel palazzo di giustizia di Cagliari gli accertamenti non ripetibili sugli indumenti, le scarpe e gli accessori che indossava Manuela Murgia, la 16enne trovata morta il 5 febbraio del 1995 nel canyon della necropoli di Tuvixeddu.
Il caso, inizialmente chiuso per suicidio, è stato riaperto il 30 marzo di quest'anno. A fine maggio l'iscrizione nel registro degli indagati dell'allora fidanzato della vittima, Enrico Astero, oggi 54enne, con l'ipotesi di omicidio volontario.
Il giudice per le indagini preliminari Giorgio Altieri, dopo il rinvio del 4 giugno scorso, ha fissato l'incidente probatorio per le 9.30 di lunedì 7 luglio sui reperti recuperati a maggio nella sede dell'allora istituto di medicina legale, dove venne eseguita l‘autopsia sul corpo della ragazza.
L'intento è quello di estrapolare eventuali tracce biologiche con i relativi profili genetici; acquisire il profilo genetico dell'unico indagato ed eventualmente confrontarlo con quelli recuperati dalle analisi. Si cercano anche eventuali impronte papillari latenti, anche con tecniche di ultimissima generazione.
L'ultima analisi è di tipo merceologico: verificare la presenza di elementi chimici (come possono essere tracce di pneumatici o residui di vernici) sui reperti.
Per questa ragione anche il gip ha nominato i suoi periti incaricando il team dei carabinieri del Ris di Cagliari per le indagini biologiche, dattiloscopiche e merceologiche.
Gli esperti dell'Arma si occuperanno del caso in contradditorio con le parti: gli avvocati Giulia Lai e Bachisio Mele che rappresentano la famiglia di Manuela, hanno già indicato come consulente Emiliano Giardina, la difesa dell'ex fidanzato, con l'avvocato Marco Fausto Piras, si avvarrà dell'ex generale dei carabinieri del Ris, Luciano Garofano.