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Mamma porta il suo bimbo in pronto soccorso, attende ore al freddo nel garage dell’ospedale

I fatti all’ospedale Santa Maria Regina degli Angeli di Adria (Rovigo) A denunciare l’accaduto è la stessa protagonista della vicenda, che ha pubblicato una foto su Facebook. Anche il sindaco è intervenuto: “Scattano l’indagine interna e le scuse della Direzione”
A cura di Biagio Chiariello
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Ha atteso di entrare col suo bambino al Pronto Soccorso dell’ospedale Santa Maria Regina degli Angeli, al freddo, per ore, nel garage dove parcheggiano le ambulanze, perché nella sala d'aspetto del nosocomio di Adria (Rovigo) non c'era posto. A mitigare i rigori dell’inverno una piccolo generatore di calore.

"Non è nel mio carattere lamentarmi – scrive la donna residente a Porto Tolle postando sui social una foto-denuncia di lei che tiene in braccio suo figlio avvolto in una coperta per proteggerlo dalle gelide temperature di questo periodo – ed esporre certi problemi sui social ma questa non potevo non pubblicarla. A voi le considerazioni. Questa è l’accettazione del Pronto Soccorso di Adria".

Una situazione non nuova, a quanto pare, della quale sembrano accorgersi in ritardo i sindaci e gli amministratori Basso Polesani.

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L'amministrazione comunale ha risposto annunciando di aver "avuto assicurazione dal direttore di Ulss5 Patrizia Simionato che l'organizzazione dell'accettazione del pronto di soccorso di Adria verrà prontamente risolta per dare la giusta accoglienza alle persone che necessitano", ha comunicato il sindaco Omar Barbierato.

Da parte sua la Direzione dell'Azienda Ulss 5 Polesana, in una nota ha espresso indignazione per quanto accaduto, e si è scusata con la famiglia coinvolta e tutti gli utenti. "Purtroppo, questo rappresenta il risultato di una troppo rigida interpretazione delle norme – sottolinea il comunicato – senza tenere conto dei conseguenti effetti sui cittadini".

Quindi annuncia di aver già avviato una indagine interna "tesa a verificare le responsabilità di quanto accaduto, nella certezza che sarebbe bastato applicare le direttive regionali, inviando i bambini subito in area pediatrica, trovando contemporaneamente un locale adeguato per chi attende l'effettuazione del test tampone".

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