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Luana D’Orazio morta in fabbrica, asta di opere d’arte per il figlio Alessio: raccolti 33mila euro

Sono stati raccolti 33mila euro per il futuro del piccolo Alessio, il bimbo di appena 5 anni che ha perso la madre Luana D’Orazio in un tragico incidente sul lavoro nel maggio scorso. La somma di denaro è stata raccolta tramite un’asta di opere d’arte della Galleria Farsetti Arte. A occuparsi del piccolo è la mamma di Luana, Emma Marrazzo. “Siamo amareggiati perché il sacrificio di Luana non ha cambiato nulla” ha dichiarato.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Battute all'asta circa 200 opere d'arte contemporanea per una raccolta fondi destinata al piccolo Alessio, il figlio della giovane operaia Luana D'Orazio morta in un tragico incidente sul lavoro nel maggio scorso a Montemurlo. L'asta si è tenuta presso la Galleria Farsetti Arte e le 200 opere vendute sono state raccolte grazie alla mobilitazione di decine di artisti che hanno poi donato i 33mila euro guadagnati  alla causa del piccolo Alessio. A veicolare il denaro è la Fondazione Opera Santa Rita che devolverà l'intera somma raccolta in favore del bambino grazie a un conto corrente dedicato.

La cifra raccolta tocca tetti fino a poco tempo fa inimmaginabili per un'asta dedicata all'arte. Questi 33mila euro saranno utili al bimbo rimasto orfano per pagare istruzione e futuro. "Siamo emozionati e soddisfatti – spiegano i due organizzatori dell'asta, Carlo Palli e Leonardo Farsetti -. Si trattava di un'iniziativa per la quale al primo posto volevamo mettere la solidarietà. Ringraziamo di cuore tutti coloro che hanno partecipato e le istituzioni che hanno scelto di sostenere noi e Alessio insieme agli sponsor. Tutti si sono dimostrati molto generosi".

L'orditoio manomesso per incentivare la produzione

Dopo la morte di Luana avvenuta durante un turno di lavoro che avrebbe dovuto essere simile a tanti altri, la mamma della 22enne ha preso in custodia il nipotino. La speranza era quella di crescere il piccolo Alessio così come Luana avrebbe voluto, combattendo nel frattempo per cambiare le politiche di sicurezza sul lavoro. "L'Italia è un Paese di orfani, vedove e vedovi privati dei loro cari caduti sul lavoro" ha dichiarato Emma Marrazzo quattro mesi dopo la tragedia che ha cambiato la sua vita e quella di tutti i familiari della giovane mamma. "Speravo che il sacrificio di mia figlia non fosse invano, davvero avevo creduto che qualcosa cambiasse. Invece non è successo nulla e le persone continuano a morire semplicemente recandosi a lavoro" spiega ancora la donna. L'autopsia prima e poi la perizia effettuata sui due orditoi presenti nell'azienda hanno confermato il sospetto principale della procura  di Prato: la 22enne è morta trascinata dal macchinario tessile al quale era stata tolta la rete protettiva nel tentativo di accelerare ulteriormente la produzione. I due orditoi, quindi, avrebbero potuto uccidere in qualsiasi momento nel nome di un paio di minuti in meno nel processo produttivo.

Una conferma che aggrava ulteriormente la posizione dei tre indagati Luana Coppini, proprietaria dell'azienda, il marito Daniele Faggi titolare e amministratore di fatto dell'Orditura Luana Snc e del responsabile alla sicurezza, accusato di non aver mantenuto i dispositivi salvavita e aver manomesso i macchinari secondo quanto richiesto dai titolari.

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