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Luana D’Orazio, al via il processo per il manutentore del macchinario che la uccise: udienza rinviata

Al via oggi al tribunale di Prato il processo per la morte di Luana D’Orazio, l’operaia 22enne stritolata dall’orditoio a cui era addetta il 3 maggio del 2021 a Montemurlo: ma l’udienza è stata rinviata per motivi tecnici.
A cura di Ida Artiaco
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Luana D'Orazio
Luana D'Orazio.

Al via oggi al tribunale di Prato la prima udienza del processo per la morte di Luana D'Orazio, l'operaia 22enne stritolata dall'orditoio a cui era addetta il 3 maggio del 2021 a Montemurlo.

Unico imputato per omicidio colposo e omissione delle cautele antinfortunistiche del macchinario è il manutentore esterno della ditta in cui morì Luana, Mario Cusimano. Tuttavia, l'udienza è stata rinviata per motivi tecnici, di redistribuzione dei procedimenti, al 22 marzo del 2023.

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In aula non erano presenti né l'imputato, né la madre di Luana, Emma Marrazzo tra le parti civili. Ha partecipato, invece, il fidanzato della ragazza, Alberto.

Nei mesi scorsi per gli stessi reati hanno patteggiato la pena i due titolari dell'azienda, Luana Coppini e il marito Daniele Faggi, condannati rispettivamente a due anni e ad un anno e sei mesi (con sospensione condizionale), che nella lista dei testimoni consegnata dalle parti civili non compaiono.

In quella occasione delusione era stata espressa dalla madre della vittima: "Speravo in una pena più giusta – aveva commentato Emma Marrazzo, all'uscita dall'udienza, dopo che già aveva detto: "Se la vita di mia figlia vale due anni, mi rimetto a quello che decideranno, ma non so se il pm ha figli…".

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Si ricordi che Luana D'Orazio, madre di un bimbo che ora ha 6 anni, perse la vita mentre era al lavoro: la giovane donna venne stritolata tra gli ingranaggi di un orditoio che era stato manomesso – secondo le accuse – per funzionare con la saracinesca alzata, omettendo un fondamentali dispositivo di sicurezza, con l'obiettivo, genericamente, di "alleggerire le operazioni degli operai".

Secondo i tecnici che hanno effettuato la perizia sul macchinario la ditta utilizzava l'orditoio in maniera non conforme, per la presenza di una "staffa fortemente sporgente anziché una con superficie esterna liscia, come previsto e fornito dal costruttore". La stessa staffa su cui restarono impigliati i vestiti di Luana, poi stritolata dal macchinario.

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