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Lo operano per un tumore al cervello ma il cancro non c’è, bimbo di 4 resta invalido a vita: condannato l’ospedale

Un bambino di 4 anni è stato operato per un raro tumore al cervello a Firenze, ma la diagnosi era sbagliata. Il paziente è rimasto invalido a vita. L’Asl è stata condannata pagare 3 milioni e 700mila euro di risarcimento.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Immagine di repertorio.
Immagine di repertorio.

È stato operato per ben due volte nel 2012 e nel 2013 nell'ospedale Meyer di Firenze per una presunta rara forma tumorale al cervello che gli provocava crisi epilettiche continue. Il paziente era un bimbo di 4 anni che nonostante le operazioni è rimasto completamente invalido. Dopo il processo avviato dai genitori che volevano appurare possibili responsabilità mediche, è emerso che il realtà il minore non avrebbe avuto alcun tumore, ma un'infiammazione cerebrale.

Gli interventi ai quali era stato sottoposto non avrebbero dovuto essere eseguiti, così come alcune terapie antitumorali. Il piccolo sarebbe quindi entrato in sala operatoria per una rimozione parziale o totale del lobo temporale al cervello senza che ve ne fosse bisogno: per guarirlo, sarebbe bastata una terapia farmacologica.

A distanza di anni il Tribunale di Firenze ha ora riconosciuto l'errore dei medici. Secondo i giudici, pur avendo a disposizione gli elementi per comprendere di cosa soffrisse il bambino, i dottori avrebbero fatto la diagnosi sbagliata. L'azienda ospedaliera è stata condannata a 12 anni di distanza dal fatto a pagare al paziente, oggi 16enne, e ai familiari circa 3 milioni e 700mila euro di risarcimento tra danni e spese legali.

Il bimbo sarebbe entrato in ospedale con una sospetta encefalite erpetica, ma poi i medici avevano parlato di un tumore raro. Davanti a una diagnosi corretta, sarebbe bastato un intervento di tipo farmacologico e non chirurgico. Per i giudici risulta inoltre inadeguata anche l'informazione fornita ai genitori del minore prima dell'intervento, soprattutto a fronte della natura e dell'importanza dell'operazione con i suoi possibili rischi, complicanze e incertezze diagnostiche.

In tribunale sono stati ascoltati diversi testimoni ed è stata analizzata la documentazione medica e clinica del bambino. Sono state disposte ben due perizie medico-legali e il tribunale fiorentino è arrivato alla conclusione che l'invalidità del ragazzo è dovuta a responsabilità sanitaria. Nella sentenza si definisce "inequivocabile" la sussistenza di un nesso tra un'assistenza sanitaria incongrua e la patologia encefalica dalla quale è affetto il paziente, che soffre di tetraparesi spastica e stato vegetativo.

I danni sono purtroppo irreversibili e per questo l'Asl è stata condannata a un esoso risarcimento. L'aspettativa di vita del paziente è infatti intorno ai 35-40 anni, mentre con i farmaci adatti avrebbe potuto vivere quasi normalmente la sua vita.

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