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Italia, tanti contagi e pochi tamponi: solo 4 Paesi ne fanno meno, tra i più colpiti

Secondo uno studio della Fondazione Hume che ha messo a confronto i dati di 23 Paesi colpiti dal coronavirus, L’Italia non ha affatto il primato sui tamponi né dal punto di vista complessivo né da quello per abitante se si analizzano momenti comparabili dell’epidemia nei vari Stati in cui si sia superata la soglia di allerta dei 10 morti per milione di abitanti.
A cura di Antonio Palma
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L'Italia non ha affatto il primato sui tamponi né dal punto di vista complessivo né da quello per abitante, è quanto sottolinea uno studio della Fondazione Hume mettendo a confronto i dati di 23 Paesi colpiti dal coronavirus compresa l'Italia. Analizzando i dati provenienti da Worldometers, dalla Johns Hopkins University e della nostra Protezione civile, La Fondazione Hume ha stilato una classifica della capacità di fare tamponi dei principali paesi avanzati in base ad alcun criteri temporali da cui addirittura l'Italia ne esce diciannovesima. Sui 23 paesi presi in esame solo 4 (Francia, Svezia, Regno Unito e Olanda) hanno fatto meno tamponi dell’Italia mentre la Spagna è di poco superiore a noi. Il confronto internazionale sui tamponi è nato per rispondere all'annuncio del governo Italiano secondo il quale trai i paesi del G20 il nostro è quello che fa più tamponi per abitante.

Secondo la fondazione Hume questo era vero fino a oggi 16 aprile quando la Germania ha sorpassato l’Italia con 20.6 tamponi per 1.000 abitanti contro i nostri 19.5, nonostante sia partita con più di 3 settimane di ritardo rispetto all’Italia, ma il problema fondamentale è la scelta dei paesi del G20 come termine di paragone. Secondo Hume, infatti, "nella maggior parte dei paesi del G20 l’epidemia non ha ancora raggiunto neppure la soglia di 10 decessi per milione di abitanti e il confronto appropriato non è fra numero di tamponi per abitante adesso, ma in momenti comparabili dell’epidemia ad esempio dopo 10 giorni, dopo 2 settimane"

I ricercatori di Hume quindi hanno risolto il problema considerando tutte le società avanzate (Oecd o Unione Europea) per cui esistono dati sui tamponi e nelle quali si sia superata la soglia di allerta dei 10 morti per milione di abitanti e confrontando il numero di tamponi di un paese con quello dell’Italia nel medesimo stadio dell’epidemia. "Va detto comunque, per completezza e dovere di verità, che i paesi diversi dall’Italia hanno quasi tutti beneficiato, causa il ritardo con cui l’epidemia si è manifestata, della clamorosa marcia indietro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che dopo aver a lungo predicato di fare pochi tamponi, il 16 marzo ha repentinamente cambiato idea, e cominciato a predicare di farne il più possibile" spiegano dalla fonazione, concludendo: "Forse la vera colpa dell’Italia è stata di attenersi alle indicazioni dell’OMS, anziché alle voci di tanti suoi scienziati".

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