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Lidia Miljkovic uccisa dall’ex, la rabbia del compagno: “Ora i giudici vengano a vedere la sua bara”

Secondo il nuovo compagno di Lidia Miljkovic, Daniele Mondello, la 42enne era stata abbandonata dalla giustizia. La donna, vittima di un matrimonio violento, non aveva mai goduto delle tutele necessarie. “I giudici hanno liberato Zlatan Vasiljevic, erano convinti che fosse diventato una brava persona. Per questo motivo Lidia è morta. Ora vengano a vedere la sua bara”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Daniele Mondello, il compagno di Lidia
Daniele Mondello, il compagno di Lidia

"Vorrei che i giudici e gli assistenti sociali venissero al funerale di Lidia per guardare bene quella bara". Lo ha detto Daniele Mondello, il nuovo compagno di Lidia Miljkovic, la 42enne uccisa dall'ex marito a Vicenza nella giornata di ieri mercoledì 8 giugno. Dopo l'agguato, la Questura di Vicenza ha stretto un cordone di sicurezza attorno ai membri della famiglia della vittima.

Mondello, dipendente di una ditta di ristorazione, frequentava Miljkovic da due anni. "Tre settimane fa – spiega al quotidiano La Repubblica – era stata emessa la sentenza di separazione che stabiliva la cessazione dell'affido esclusivo dei figli di 13 e 16 anni a Lidia. Avrebbe dovuto mediare con l'ex marito su scuola, tempo libero, salute. Lui non pagava neppure gli alimenti e la mia compagna non aveva mai denunciato. Voleva solo il bene dei suoi figli".

Lidia Miljkovic, 42 anni
Lidia Miljkovic, 42 anni

"Per la giustizia, Zlatan Vasiljevic era una brava persona dopo aver scontato la condanna. Io mi dispero perché, finché il sistema rimane questo, le donne continueranno a essere uccise" ha affermato ancora Mondello. Secondo l'uomo, la vittima non aveva mai preso appuntamento con Vasiljevic. "Sapeva dove lavorava Lidia, semplicemente. Continuava a perseguitare lei e la sua famiglia. Ha deciso di ucciderla lì perché quella è una zona isolata". Negli anni Miljkovic aveva cercato di imparare a convivere con la paura dell'ex. Non aveva mai messo da parte l'inquietudine e il timore che l'uomo potesse fare qualcosa a lei o ai suoi figli. La 42enne era tesa ogni volta che doveva uscire di casa. "Nonostante tutto aveva deciso di reagire, non voleva nascondersi per sempre. Una volta i servizi sociali le hanno consigliato di cambiare città, ma lei non ha voluto".

Zlatan Vasiljevic
Zlatan Vasiljevic

Tutta la vita della 42enne e dei due figli adolescenti era lì, a Vicenza. Nonostante la paura, non aveva voluto scardinare i due ragazzi dalla loro quotidianità. Anche loro temevano le violenze del padre: secondo Mondello, entrambi sapevano che prima o poi sarebbe successo qualcosa di terribile. "Vasiljevic aveva detto che ci avrebbe uccisi tutti – ha spiegato ancora il nuovo compagno della vittima -. La giustizia voleva riavvicinare i figli al padre, ma lui non li voleva neppure. Per tutto il tempo hanno messo in discussione il fatto che Lidia fosse una buona mamma, hanno ipotizzato che io potessi mettere tutti loro in pericolo con la mia presenza. Prima di diventare il suo compagno, ero anche un suo collega. So cos'ha passato con quell'uomo e so che il calvario non era mai terminato".

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Secondo Mondello, il giudice di Vicenza aveva addebitato a Miljkovic le spese legali che il suo ex marito non pagava. Circa 15mila euro a carico di una donna che faceva diversi lavori per garantire la sopravvivenza alla sua famiglia. "Lei avrebbe dovuto rivalersi su di lui. È assurdo. Questo significa spingere progressivamente una persona verso la morte. Eppure non mancavano i precedenti, le denunce e le segnalazioni. Nessuno ha mosso un dito per tenere distante quella persona. Vediamo chi avrà il coraggio di guardare in faccia quei due orfani".

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