264 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

L’ex ministro dell’Industria Clò a Fanpage: “L’Europa sta vivendo la sua più grave crisi energetica”

Il prezzo della benzina è aumentato del 17% rispetto a gennaio con un costo annuale di circa 350 euro che si riflette sulle famiglie italiane. Il Brent oscilla verso gli 85 dollari al barile ma entro qualche anno il prezzo potrebbe arrivare a sfiorare i 150/200 dollari. Intervistato da Fanpage.it, l’ex ministro dell’Industria e ora direttore di Energia, il professore Alberto Clò, ha spiegato le cause dell’aumento del prezzo del petrolio, dai mancati investimenti fino alla scelta prematura dell’Europa verso la transizione ecologica: “Il petrolio è stato demonizzato ma questa crisi ci dimostra che il mondo ha ancora bisogno di energia”.
A cura di Chiara Ammendola
264 CONDIVISIONI
Immagine

Il prezzo della benzina continua ad aumentare in maniera esponenziale con ricaschi sulle famiglie italiane che sfiorano i 400 euro annui. Una crisi energetica senza precedenti per l'Europa che si trova a fare i conti con una domanda in crescita e un'offerta non adeguata. Il Brent oscilla verso gli 85 dollari al barile ma entro qualche anno il prezzo potrebbe arrivare a sfiorare i 150/200 dollari. Intervistato da Fanpage.it, l'ex ministro dell'Industria e ora direttore di Energia, il professore Alberto Clò, ha spiegato le cause dell'aumento del prezzo del petrolio, dai mancati investimenti fino alla scelta prematura dell'Europa verso la transizione ecologica: "Il petrolio è stato demonizzato ma questa crisi ci dimostra che il mondo ha ancora bisogno di energia".

Il prezzo della benzina continua a salire e nessuno sembra averne contezza. Cosa sta accadendo in Europa? 
Sta accadendo quello che era prevedibile accadesse. Mi meraviglia che i più si rendano conto solo ora che il petrolio è ancora essenziale per noi, gasolio e metano non spariranno come molti continuano a dire. L'Europa sta attraversando la più grande crisi energetica dal secondo dopoguerra, quella del '73 in confronto è acqua di rosa. Ci troviamo alla vigilia della stagione invernale e l'unica cosa che possiamo sperare è che l'inverno sia mite e che la ventosità sia alta e che il signor Putin tenga conto delle nostre esigenze. Intanto i prezzi del petrolio sono passanti dai 50 dollari di inizio anno agli 85 di oggi.

Quali sono le cause di questo aumento?
La causa è che la domanda con la ripresa delle attività è aumentata, siamo tornati praticamente quasi ai livelli pre Covid. Lo scorso anno con la pandemia c'era stata ovviamente una diminuzione dei consumi e tutti hanno parlato di svolta storica, qualcuno ha urlato ai quattro venti che il calo del consumo di petrolio non era casuale ma strutturale. Ma così non è stato. E oggi a fronte di questo aumento non c'è stato un egual aumento dell'offerta, questo perché l'Opec insieme alla Russia e ai suoi alleati ha governato il mercato nel proprio interesse. E quindi si è dovuto attingere alle scorte che stanno diminuendo. Gli anni passati accadeva che quando i prezzi aumentavano, immediatamente nel giro di due o tre settimane aumentava la produzione americana di quella che si chiama "shale oil" che ha una capacità di riflettere l'aumento dei prezzi nell'immediato, ora però questa cosa non è più fattibile.

Il prezzo dunque potrebbe continuare a salire
Certo, nei prossimi mesi potrebbe arrivare anche fino ai 90 dollari. E dopo la situazione diventerà drammatica, perché il crollo degli investimenti invocati dagli ideologici porterà a un crollo. Le compagnie sono assediate da azionisti, dai governi, dall'Unione Europea e dall'opinione pubblica e quindi non investono. Nel 2014 si investivano 800 miliardi nella mineraria, oggi si investe meno di 300. Quindi è una certezza dire che tra qualche anno ci troveremo a corto di petrolio e i prezzi, tra due anni, potranno schizzare secondo molte banche d'affari fino a 150/200 dollari al barile. Se nel breve periodo la benzina va verso i due euro, nel giro di qualche anno arriverà anche a 4 euro. Il petrolio è stato demonizzato e chi ha detto che non ce n'era più bisogno ha detto il falso, sapendo di dire il falso.

Quindi la pandemia non ha aiutato la transizione energetica
Questa crisi ci dimostra che il mondo ha bisogno di energia. E non possiamo basare sistemi energetici solo sul sole e il vento. Una delle cause della crisi energetica di questi tempi è che in Gran Bretagna c'è stata una scarsa ventosità e ha dovuto aumentare i consumi di gas. Il solare ed eolico sono due tipi di energia intermittenti. Questa crisi svela tante falsità dette nell'ultimo decennio. Le scorte sono la metà di quelle di un anno fa e non mi spiego come sia possibile che l'Europa non l'abbia visto prima.

Mi diceva della Gran Bretagna, di fatto un esempio virtuoso in fatto di energia
È la più verde del reame eppure non ci ha pensato un attimo giorni fa a riattivare le centrali a carbone. La transizione energetica dinanzi alla dura realtà delle cose è sparita. E ora l'Europa dice che non bisognava ridurre gli investimenti nei combustibili fossili, la stessa che ne chiedeva la riduzione fino a qualche tempo fa. Noi oggi stiamo pagando il costo di quello che si è impedito di fare.

Se i tempi non sono pronti cosa devono fare i governi?
I prezzi dell'elettricità sono aumentati del 60%, cosa mai vista neanche durante la Seconda guerra mondiale. Il governo ha messo in campo 4 miliardi e mezzo per ridurre questo aumento dal 60 al 40% ma questi soldi non sono strutturali. Anche il governo si è trovato dinanzi a una situazione sociale insostenibile. I prezzi aumenteranno ancora e questo l'esito delle scelte errate fatte in questi anni. Ora l'unica cosa che possiamo fare è sopravvivere.

Dove possiamo virare?
Dobbiamo aprire una riflessione sul tema. L'Europa pesa per l'8% sulle emissioni globali e se anche tutte le cose previste dal Green Deal venissero portate a termine la riduzione dell'emissione sarebbe meno dell'1%. Serve un'altra strada.

264 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views