video suggerito
video suggerito
Esami di Maturità 2025

“L’esame di maturità è una sciocchezza”: studente di Padova rifiuta l’orale per protesta contro il sistema

Gianmaria Favaretto, 19 anni, ex studente del liceo scientifico Enrico Fermi di Padova, ha deciso di voltare le spalle all’orale dell’esame di maturità. Davanti alla commissione ha firmato il registro, si è rivolto ai presenti e ha detto: “Signori grazie di tutto, ma io questo colloquio di maturità non lo voglio sostenere. Arrivederci”.
A cura di Davide Falcioni
2.153 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Potrebbe essere destinato a far discutere ed accendere un dibattito sul valore e sul senso della scuola italiana il gesto di Gianmaria Favaretto, 19 anni, ex studente del liceo scientifico Enrico Fermi di Padova che ha deciso di voltare le spalle all’orale dell’esame di maturità. Davanti alla commissione ha firmato il registro, si è rivolto ai presenti e ha detto con fermezza: "Signori grazie di tutto, ma io questo colloquio di maturità non lo voglio sostenere. Arrivederci".

Non si è trattato di un comportamento impulsivo né di un atto di ribellione fine a sé stesso. Come ha spiegato in un'intervista rilasciata al Mattino di Padova, la sua è stata una scelta consapevole, dettata da una riflessione profonda sul significato dell’istruzione e sul sistema di valutazione scolastica.

Perché Gianmaria ha rifiutato di sostenere l'orale

Gianmaria aveva fatto i suoi conti: con 31 punti di credito scolastico, 17 ottenuti nella prova di italiano e 14 nella seconda prova, aveva raggiunto i 62 punti, sufficienti per il diploma. Ma il suo gesto non è stato solo frutto di un calcolo matematico. "Credo di essere il primo che fa una cosa del genere al Fermi", ha dichiarato. E ha aggiunto, con estrema lucidità: "L’esame di maturità per me è una sciocchezza", contestando un sistema che, secondo lui, non misura né la crescita personale né le competenze reali degli studenti.

Le sue parole suonano come una vera e propria denuncia: "Trovo che l’attuale meccanismo di valutazione degli studenti non rispecchi la reale capacità dei ragazzi, figuriamoci la maturità", ha affermato. A suo avviso, il sistema scolastico è diventato una macchina che genera competizione, stress e pressioni spesso eccessive, più che un luogo di formazione. "In classe c’è molta competizione. Ho visto compagni diventare addirittura cattivi per un voto", ha raccontato, evidenziando un ambiente dove il giudizio numerico ha finito per prevalere sulla collaborazione e sul benessere psicologico.

La sua decisione di non partecipare al colloquio è maturata nell’arco del quinto anno, quando, come racconta, ha raggiunto il suo “limite di sopportazione” verso un sistema che sentiva distante e inadeguato.

Il confronto con la commissione

La scena dell’addio all’orale non si è conclusa senza uno scambio. I membri della commissione, inizialmente spiazzati, hanno cercato di approfondire le motivazioni del ragazzo. "La presidente è stata rigida, mi ha detto che non sostenendo l’orale insultavo il lavoro dei docenti che avevano corretto i miei scritti", ha raccontato Gianmaria. Ma grazie a un confronto più disteso con i professori interni, che lo conoscevano, è stato trovato un compromesso: ha risposto ad alcune domande di programma, ottenendo così altri 3 punti. Il suo esame si è chiuso con un voto finale di 65/100.

Lo studio come crescita, non come competizione

Il percorso scolastico di Gianmaria è stato tutt’altro che lineare. "In terza sono stato bocciato, mi è servito per maturare. Sbagliando si impara", ha affermato. Per Gianmaria, il valore della scuola sta nell’esperienza e nell’apprendimento personale, non nel punteggio. La sua scelta, ha spiegato, è stata un atto di libertà: "Perché dovevo fare una cosa solo perché la fanno tutti? Ho preferito usare la mia testa".

2.153 CONDIVISIONI
472 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views