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Omicidio Altavilla Milicia a Palermo

Le torture, il ruolo della figlia e le confessioni: la ricostruzione della strage di Altavilla Milicia

Con il passare dei giorni iniziano a emergere maggiori elementi sul triplice omicidio avvenuto ad Altavilla Milicia, in provincia di Palermo. Dopo il ritrovamento dei cadaveri della 41enne Antonella Salamone e dei due figli Kevin ed Emanuel di 15 e 5 anni, uccisi dal marito e padre 54enne Giovanni Barreca e da due presunti complici, gli inquirenti hanno organizzato una conferenza per ricostruire quanto accaduto, per spiegare il ruolo della figlia 17enne sopravvissuta e il movente della strage.
A cura di Eleonora Panseri
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Con il passare dei giorni, dopo il ritrovamento dei cadaveri della 41enne Antonella Salamone e dei due figli Kevin ed Emanuel di 15 e 5 anni, uccisi dal marito e padre 54enne Giovanni Barreca e da due presunti complici, i coniugi palermitani Sabrina Fina e Massimo Carandente, iniziano a emergere maggiori elementi sul triplice omicidio avvenuto ad Altavilla Milicia, in provincia di Palermo.

Il luogo della strage ad Altavilla.
Il luogo della strage ad Altavilla.

Durante una lunga conferenza stampa tenutasi ieri, venerdì 16 febbraio, il procuratore della Repubblica di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, ha tentato di ricostruire quello che sembra sia accaduto all'interno della casa in cui è avvenuta la strage, a partire dal ruolo dei complici di Barreca e dell'unica sopravvissuta, la figlia 17enne della coppia (attualmente in stato di fermo per omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere), fino ad arrivare al presunto movente che sarebbe da ricondurre al fanatismo religioso degli assassini.

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Secondo loro, hanno raccontato gli inquirenti, in casa e nei corpi delle vittime sarebbero stati presenti dei demoni da scacciare con il rito che si è poi concluso con l'omicidio. "Era giusto avere questo momento per informare l'opinione pubblica di una terribile tragedia in cui hanno perso la vita Antonella, Kevin ed Emanuel. Vedere a pochi metri di distanza il cadavere di un 15enne e di un bimbo di 5 anni in quelle condizioni non è uno strazio che è possibile raccontare senza emozionarsi", ha detto ieri Cartosio durante il punto stampa, per poi ripercorrere l'inter vicenda.

Foto Luisa Santangelo/Fanpage.it
Foto Luisa Santangelo/Fanpage.it

La telefonata al 112, la confessione e il ritrovamento dei corpi

Nella notte tra sabato 10 e domenica 11 febbraio Giovanni Barreca ha confessato di aver ucciso la moglie e i due minori in una chiamata al 112. Dopo la telefonata le forze dell'ordine si sono recate nell'abitazione della famiglia e qui è avvenuta la tragica scoperta dei tre corpi. Saranno le autopsie, fissate per oggi, sabato 17 febbraio, a dare risposte certe sulla dinamica e le cause certe della morte delle tre vittime ma, secondo quanto è stato confermato anche dagli inquirenti, Antonella Salamone, Kevin ed Emanuel Barreca sarebbero stati torturati per giorni prima di morire.

Giovanni Barreca e Antonella Salamone
Giovanni Barreca e Antonella Salamone

Secondo una prima ricostruzione, i fratelli sarebbero stati strozzati, mentre il corpo della moglie di Barreca è stato trovato carbonizzato. I resti della donna erano stati coperti con pietre e sterpaglie nel giardino. Secondo quanto riferito dal Procuratore, le torture fisiche sarebbero iniziate nell'ultima settimana "da quando i ragazzini non sono più andati a scuola". La madre pare sia stata "uccisa prima, forse, perché si sarebbe opposta alle torture ai propri figli". Nella villetta di Altavilla Milicia sono state ritrovate catene, arnesi da camino e fili elettrici, oggetti che sarebbero stati utilizzati per colpire le vittime, sequestrati dai carabinieri.

Giovanni Barreca e il ruolo dei presunti complici

Secondo il procuratore, il 54enne "è un soggetto che da anni vive un delirio mistico ed è dominato da una accesissima e fanatica religiosità". Elementi che avrebbero pesato in modo importante sulla famiglia e sui figli. Come ha raccontato ancora Cartosio, nel mese di gennaio l'uomo avrebbe conosciuto sui social network i due coniugi, i presunti complici dell'omicidio, con cui Barreca avrebbe condiviso il suo fanatismo.

Sabrina Fina e Giovanni Barreca
Sabrina Fina e Giovanni Barreca

"Questi soggetti – ha precisato il procuratore – vivono una dimensione religiosa particolare, che definirei accesamente anti-satanista. Il risultato è che la frequentazione, che diventa quotidiana, convince Barreca e anche i figli grandi che nella casa c'è una presenza demoniaca. Demoni che si sono impossessati dell'ambiente, il che porta ad una situazione che spinge questa gente, e non mi riferisco solo alla coppia, ma anche Giovanni Barreca e in una certa misura anche i figli più grandi, ad adoperarsi per allontanare i demoni con torture inflitte alle persone che ritengono possedute. Le torture sono state inflitte alla madre, al 15enne e al bimbo di 5 anni. Tutto questo si è concluso nella vicenda come la conosciamo".

Giovanni Barreca e la coppia sono stati arrestati e portati in carcere, dove si trovano attualmente, con l'accusa di omicidio plurimo e soppressione di cadavere. Nel corso dell'udienza di convalida i tre indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Tramite il loro legale, l'avvocato Sergio Sparti, Fina e Carandente si sono dichiarati innocenti, ma gli inquirenti non avrebbero dubbi sul loro coinvolgimento.

La figlia 17enne sopravvissuta in stato di fermo per omicidio e occultamento di cadavere

Fondamentale per ricostruire quanto è accaduto è stato il drammatico racconto della figlia 17enne, sopravvissuta alla strage e trovata in stato di shock dalle forze dell'ordine nell'abitazione di famiglia in cui si è consumato il terribile triplice omicidio. Ascoltata nei giorni successivi dalla della Procura dei minori di Palermo, la giovane ha rivelato "il suo pieno coinvolgimento nei gravissimi fatti che hanno visto coinvolta la sua famiglia", hanno spiegato i pm del capoluogo siciliano.

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La minore ha riferito quanto accaduto in casa nei giorni precedenti alla scoperta dei tre cadaveri "fornendo un resoconto agghiacciante anche in relazione al contributo personale fornito in relazione alle torture subite dalla madre e dai fratelli, alle loro atroci sofferenze, e all'agonia fino alla morte" fanno sapere dalla Procura. Secondo quanto raccontato dalla 17enne, infatti, sia lei che il fratello di 15 anni, Kevin, anche lui ucciso in seguito, avrebbero partecipato attivamente alle torture sulla madre e sul fratellino più piccolo, Emanuel.

"La minore ha riferito che presso la sua abitazione vi erano, già da anni, dei demoni ritenuti responsabili di alcuni accadimenti relativi a componenti della sua famiglia e della necessità di scacciarli, sia dalla madre che dal piccolo Kevin, particolarmente legato alla mamma e quindi ‘abitato' dalle stesse figure demoniache", hanno ricostruito gli inquirenti. La 17enne è stata fermata con le accuse omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere (quello della madre, ndr). "È stata coinvolta nella situazione di parossismo religioso che si è creata. Ha partecipato a una serie di torture ai danni di sua madre e di suo fratello", ha aggiunto il procuratore di Termini Imerese.

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