La Pasqua al tempo del coronavirus: uova e colombe rincarate del 168%
Non bastavano le speculazioni su mascherine, gel igienizzanti per mani e altri dispositivi sanitari. In piena pandemia di coronavirus, e in vista di una Pasqua e pasquetta insolite, sono saliti alle stelle i prezzi di alcuni prodotti tipici di queste festività come colombe e uova di Pasqua, soprattutto quando venduti online. A denunciarlo è stato l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, che ha monitorato i costi relativi ai prodotti caratteristici, prestando particolare attenzione all'e-commerce, visto il forte ricorso a questo tipo di acquisti nell’attuale periodo di quarantena.
Se infatti nei supermercati e nei negozi fisici i rincari sono stati mediamente solo dello 0,6 per cento, con picchi del 4 e 12 per cento rispettivamente per colombe e stampi per uova di cioccolato (nella cui preparazione domestica si stanno cimentando molti), è online che si stanno praticando le speculazioni più gravi. Spiega Federconsumatori: "Una colomba normale online costa 19,90 euro, a fronte dei 9,69 euro di una buona colomba classica presso un negozio o un supermercato (con un aggravio del +105%). Ma, sempre online, si trovano colombe pasquali vendute anche a 29,99 euro. Lo stesso vale per le uova di Pasqua, vendute online con rincari di oltre il 37%, che raggiungono anche il +168%. Una forma di speculazione particolarmente grave, quest’ultima, che lucra proprio sulla distanza e sul desiderio, da parte di parenti e amici, di far recapitare a casa, soprattutto per i più piccoli, le uova di cioccolata".
Insomma, come era successo per mascherine e gel c'è chi nel coronavirus ha trovato un modo per arricchirsi. “Gli aumenti descritti appaiono inaccettabili da ogni punto di vista – afferma Emilio Viafora, Presidente della Federconsumatori – Non solo le famiglie si troveranno ad affrontare una Pasqua sottotono e, spesso, piena di angoscia e sofferenza, ma dovranno fare i conti anche con le ripercussioni economiche che questa emergenza sta già determinando, che rendono ancora più gravi i rincari dei prodotti alimentari, dei prodotti tipici, nonché gli atteggiamenti speculativi di alcuni venditori online.”