La nipote di Borsellino scrive una lettera al nonno: “Se fossi vivo ti coccolerei”

"Caro nonno, mi dispiace per il 19 luglio 1992. Certo se tu fossi vivo, avresti capito quanto ti coccolerei. Ti voglio bene, la tua nipotina". Sono le parole scritte, con una grafia incerta e accanto al disegno di un grande cuore colorato, da Fiammetta Borsellino, secondogenita di Manfredi e nipote di Paolo Borsellino. La bambina, che non ha mai conosciuto il suo nonno, ha voluto comunque dedicargli un pensiero in occasione del ventiseiesimo anniversario della strage di via D'Amelio, quando il giudice e i componenti della sua scorta morirono in seguito a un attentato organizzato da Cosa Nostra.
Il breve e toccante messaggio è stato letto questa mattina durante la messa celebrata da Don Cosimo Scordato per ricordare Borsellino e i suoi collaboratori. Oltre ai figli del magistrato erano presenti il prefetto Antonella De Miro, il sottosegretario all'Interno, Stefano Candiani, e moltissimi cittadini comuni. "Ci sono molti momenti per ricordare – ha detto Fiammetta -. Lo abbiamo fatto ieri in via D'Amelio dove mia nonna ha piantato un albero d'ulivo. E lo stiamo facendo adesso, questa mattina in chiesa partecipando alla cerimonia religiosa".

Il presidente della Repubblica – commentando il ventiseiesimo anniversario della strage di via D'Amelio – ha detto: "Onorare la memoria del giudice Borsellino e delle persone che lo scortavano significa anche non smettere di cercare la verità su quella strage". Il capo dello Stato è intervenuto a venti giorni dalla consegna delle motivazioni della sentenza della Corte d'assise di Caltanissetta, che nell'aprile 2017 ha concluso l'ultimo processo sulla strage del 19 luglio 1992, e il giorno dopo lo sfogo della figlia minore del giudice, Fiammetta, che ai vertici istituzionali ha chiesto di fare luce sui tanti "perché ancora senza risposta".