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Omicidio di Noemi Durini a Lecce

La lettera della mamma di Noemi, uccisa dal fidanzato a 16 anni: “Quel giorno sono morta anch’io”

La lettera della mamma di Noemi Durini, la 16enne uccisa a Specchia dal fidanzato Lucio Marzo, dopo aver appreso della richiesta del ragazzo di ottenere dei permessi per lavorare fuori dal carcere: “Trovo impensabile, da madre, che colui che ha tolto la vita a mia figlia in un modo barbaro e crudele possa avere diritto alla libertà, tramite permessi premio o ulteriori benefici”.
A cura di Ida Artiaco
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"Io mi rivolgo alle istituzioni, al carcere dove è detenuto. Io credo nella giustizia e nelle persone che portano avanti questi ideali, e voglio credere che anche in questo caso vengano fatte le giuste e accurate valutazioni, per far sì che un soggetto del genere sconti la sua pena all’interno della struttura detentiva e non al di fuori di essa". È questo l'appello che dalle pagine del Corriere della Sera ha lanciato la mamma di Noemi Durini, uccisa tre anni fa a Specchia, nel Leccese, dal suo fidanzato. Lo ha fatto dopo aver appreso la notizia che l'assassino della figlia, Lucio Marzo, reoconfesso, ha richiesto dei permessi per lavorare fuori dal carcere.

Nei giorni scorsi già la sorella di Noemi, Benedetta, aveva espresso tutto il dolore della famiglia con un lungo post su Facebook. Ed ora è direttamente la mamma ad intervenire. "L’assassino di mia figlia è stato condannato a soli 18 anni e 8 mesi, nulla in confronto alla vita stroncata di Noemi. Spero che vengano scontati fino all’ultimo minuto all’interno di una struttura detentiva – si legge ancora nella missiva -. Se vuole lavorare, lo faccia nella sua cella o tra le mura del carcere. Spero che questa lettera porti molte persone a riflettere, perché ora l’unica cosa che mi resta è dare giustizia a mia figlia e tutelarla con ogni strumento possibile".

Nel testo della lettera, la mamma di Noemi, che ha ricordato di come il ragazzo abbia seppellito viva la figlia, che ancora respirava, ha scritto che "trovo impensabile, da madre, che colui che ha tolto la vita a mia figlia in un modo barbaro e crudele possa avere diritto alla libertà, tramite permessi premio o ulteriori benefici. Apprendere del ritrovamento di mia figlia è stato straziante, un dolore immenso che non auguro mai a nessuno di provare. Quel giorno, insieme a mia figlia, sono morta anch’io. Noemi aveva 16 anni quando le è stato tolto il sorriso, aveva una vita davanti piena di sogni e progetti. Voleva danzare, studiare e fare la psicologa. Voleva aiutare i bambini in difficoltà, facendo sostegno nelle scuole.

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