La compagna fuma, lui non lo accetta: la perseguita e la picchia, scatta il divieto di avvicinamento

Quella che all’inizio sembrava una semplice discussione di coppia si è presto trasformata in un incubo fatto di controllo, gelosia e violenza. Un uomo di 41 anni, incapace di accettare che la compagna fumasse, ha sviluppato una vera e propria ossessione: pretendeva che la donna smettesse di fumare, arrivando a molestarla, minacciarla, pedinarla e persino picchiarla. Le sue manie di dominio si sono presto trasformate in un comportamento persecutorio che ha costretto la vittima a vivere in uno stato di ansia costante e di paura per la propria incolumità.
Dopo settimane di indagini, i carabinieri di Guastalla, nel Reggiano, hanno dato esecuzione a una misura cautelare disposta dal Tribunale di Reggio Emilia su richiesta della Procura: per l’uomo è scattato il divieto di avvicinamento alla vittima e ai suoi familiari, con l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico per garantire il rispetto delle distanze imposte.
Un’ossessione trasformata in persecuzione
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della stazione di Fabbrico, il 41enne – residente in un comune della Bassa reggiana – avrebbe progressivamente intensificato le sue condotte violente. All’inizio le liti erano solo verbali, legate al fumo, ma presto si sono trasformate in veri e propri atti persecutori: controllava la compagna in ogni momento, la seguiva, le imponeva divieti e la rimproverava con toni minacciosi. La donna ha raccontato di essere stata più volte picchiata, insultata e umiliata, fino a temere seriamente per la propria sicurezza e per quella dei propri cari.
La paura l’ha costretta a modificare completamente la propria routine: cambiava percorsi, orari e abitudini per evitare di incontrarlo. Nonostante questo, l’uomo continuava a presentarsi sotto casa, a spiarla, a mandarle messaggi insistenti e offensivi.
Le indagini e le misure cautelari a Guastalla
La denuncia della donna ha dato il via a un’indagine approfondita, coordinata dalla Procura di Reggio Emilia diretta dal procuratore Calogero Gaetano Paci. Le prove raccolte dai carabinieri di Fabbrico hanno confermato la gravità della situazione: la vittima viveva in un clima di terrore, costretta a convivere con la minaccia costante di un’aggressione.
Il giudice per le indagini preliminari, accogliendo la richiesta della Procura, ha disposto il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla donna e dai suoi familiari, imponendo all’uomo di mantenere una distanza minima di 1.000 metri. Gli è vietato inoltre comunicare con lei in qualunque modo, anche attraverso terzi o canali digitali. Contestualmente, è stato applicato il braccialetto elettronico, eseguito dai carabinieri di Novellara, per controllarne gli spostamenti e prevenire eventuali violazioni.